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Carlotta Ferrara degli Uberti – La Nazione ebrea di Livorno dai privilegi all’emancipazione, 1814-1860 – 2007

Carlotta Ferrara degli Uberti
Presentazione di Michele Luzzati, Firenze, Fondazione Spadolini-Le Monnier, VII-

Anno di pubblicazione: 2007

In questo agile, ma stimolante studio Ferrara degli Uberti prende in esame l’organizzazione interna, gli orientamenti culturali, religiosi e politici della Comunità ebraica di Livorno, analizzandone i rapporti con le consorelle toscane e con le autorità di governo e soffermandosi sulle modalità di auto-rappresentazione degli ebrei nel periodo 1814-60, durante il quale iniziò e si attuò il processo di emancipazione.Mezzo secolo durante il quale anche nella Comunità ebraica di Livorno, come in altre della penisola, in seguito alle rivendicazioni di uguaglianza avanzate soprattutto dai liberali e dai democratici, si sviluppò una importante riflessione sull’emancipazione civile e giuridica degli ebrei. L’élite economica e intellettuale ebraica livornese seguì con partecipazione e grande attenzione le tappe e le modalità del processo e si interrogò sulle conseguenze che esso avrebbe avuto sull’identità ebraica tradizionale. Il 1848 rappresentò un momento di cesura: lo Statuto assicurò agli ebrei toscani i pieni diritti civili e politici e sollecitò in figure di rilievo, come il rabbino Elia Benamozegh, una importante riflessione sul patriottismo degli ebrei italiani e sull’idea di nazione che stava maturando in ambito ebraico, spingendo parecchi di essi a impegnarsi in prima persona nelle lotte risorgimentali.Nonostante la sua abolizione (1852), il processo di trasformazione interna della Comunità proseguì, come continuarono fino all’unificazione le rivendicazioni degli ebrei livornesi e delle altre comunità ebraiche toscane per vedere riconosciuti i diritti perduti. Questi sono in sintesi i passaggi salienti affrontati dall’a. nel volume, che è frutto di una ricerca condotta nell’archivio della Comunità ebraica di Livorno e in altri archivi toscani.Preceduto da un’esauriente Introduzione incentrata sulla produzione storiografica più recente sull’ebraismo italiano, lo studio si articola in sei capitoli: il primo ripercorre brevemente le tappe dello sviluppo della Comunità dal XVI al XIX secolo; il secondo invece analizza i complessi meccanismi organizzativi interni per poi avviare una proficua riflessione sui maggiori problemi che gli ebrei di Livorno dovettero affrontare in questi decenni: il cosiddetto «indifferentismo» religioso, le conversioni, l’educazione delle nuove generazioni, la lotta per conseguire la laurea in Giurisprudenza. Il terzo capitolo è dedicato al biennio 1847-48, e costituisce senza dubbio la parte più innovativa sul piano metodologico. Lo spazio riservato all’analisi del linguaggio usato dagli ebrei nel definire la propria appartenenza alla nazione italiana apre nuove riflessioni sul tema; mentre altrettanto stimolanti risultano essere le pagine dedicate al concetto di «rigenerazione» per gli ebrei. I restanti tre capitoli sono invece dedicati al percorso intrapreso dalla Comunità ebraica livornese verso una progressiva integrazione, che significò anche assunzione di una nuova identità nazionale, ma anche un profondo ripensamento dell’organizzazione interna: tutti temi affrontati con uno sguardo rivolto anche alla storia culturale e non solo istituzionale.

Tullia Catalan