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Carmen Scocozza – Aleksandr Herzen e il Risorgimento italiano – 2010

Carmen Scocozza
prefazione di Francesco Guida, Milano-Udine, Mimesis, 218 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2010

Il testo è diviso in tre parti, di pari ampiezza: una rassegna della storiografia italiana su Herzen, un quadro biografico del personaggio con particolare attenzione ai suoi rapporti con gli italiani fino a metà degli anni ’50, e infine un’analisi del modo in cui il Risorgimento italiano venne trattato sulle pagine del «Kolokol», il giornale pubblicato da Herzen a Londra per un decennio a partire dal 1857, primo eccezionale modello politico-organizzativo di tutte le pubblicazioni della successiva emigrazione russa.Le tre sezioni sono in realtà piuttosto diverse. La rassegna storiografica è molto espositiva, mentre avrebbe guadagnato a essere più interpretativa. È normale che l’interesse dell’a. si concentri più su Herzen che sui suoi storici, ma le differenze fra questi avrebbero forse richiesto di essere più evidenziate e meglio spiegate, per quanto il compito non sia sempre facile. L’a. sembra comunque sposare la tesi dell’esistenza di una vera e propria fase ideologica liberale, conciliatrice e persino filo-monarchica di Herzen negli anni subito successivi alla morte di Nicola I, sottovalutando un po’ troppo, in tal modo, le sue capacità politiche e di manovra, che invece furono notevoli e dovrebbero spingere a analizzare con molta circospezione alcuni suoi testi. La seconda sezione del volume mette al centro una buona sintesi delle vicende che portarono Herzen a incrociare i più svariati tipi di rivoluzionari italiani. Il suo atteggiamento verso di loro fu molto vario, ma nel complesso passò da un’iniziale ammirazione e persino semi-identificazione a evidenti tratti di forte delusione, a un nuovo sguardo «dall’alto» e infine a un uso esclusivamente politico, per non dire strumentale (alla causa del socialismo russo), di quei contatti. L’unico che ai suoi occhi rimase sempre un assoluto modello fu Pisacane, che ideologicamente gli era assai vicino. Ma ha anche ragione l’a. quando sottolinea gli elementi sentimentali, di amicizia e di stima, che fondarono quei rapporti e che sono particolarmente evidenti nel caso di Mazzini. La sezione più originale e più interessante del lavoro è comunque indubbiamente la terza, arricchita anche da una scelta di testi dal «Kolokol», quasi tutti qui tradotti per la prima volta. A partire dal 1859 il tema italiano in realtà ricompare nel discorso di Herzen anzitutto come tema di politica estera russa. Inizialmente contrario alla guerra, che temeva potesse distrarre la Russia dalla sua volontà di riforme, presto egli invece si convinse che l’Italia fosse capace di «trasformare la guerra in rivoluzione» (p. 107) e cominciò a finanziare Garibaldi (dal 1852 già finanziava Mazzini…), entusiasta di un’iniziativa democratica meridionale che gli pareva costituisse una felice eccezione alla morte dell’Occidente da lui decretata dopo il ’48. Il suo cosciente contributo alla costruzione del mito garibaldino era un’evidente proposta per la Russia, ma già nei primi anni dopo il 1861 Herzen si convinse che solo di mito poteva trattarsi, e che l’iniziativa socialista europea non sarebbe partita dall’Italia.

Antonello Venturi