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Carteggio Nenni-Saragat 1927-1978 – 2002

Prefazione di Gaetano Arfé, Manduria-Bari-Roma, Piero Lacaita Editore, pp. 191,

Anno di pubblicazione: 2002

Il carteggio Nenni-Saragat comprende 130 lettere che i due leader del socialismo italiano si sono scambiati in un arco di tempo di cinquanta anni ? tra queste anche biglietti di auguri e brevissimi messaggi. Diluita in un periodo così lungo, la corrispondenza risulta per forza di cose frammentaria e, solo in qualche caso si riesce a seguire il filo di un ragionamento politico organico sui temi in discussione. Più compatta è sicuramente la prima parte del volume che raccoglie 82 lettere, tutte a firma di Saragat e scritte durante l’esilio in Francia dal 1927 al 1938; Nenni interviene direttamente solo nello scambio epistolare del secondo dopoguerra dove la documentazione, meno numerosa, riguarda gli anni dal 1944 al 1978. Ciò non toglie nulla all’interesse della corrispondenza che rimane uno strumento importante per la ricerca storica, tanto più che, come osserva Gaetano Arfé nella sua Introduzione, gli scritti lasciati da Saragat sono relativamente pochi e, in questo caso, per la gran parte inediti. Queste lettere non introducono sostanziali novità nell’interpretazione della vicenda del socialismo italiano e, in larga misura, confermano posizioni, scelte, conflitti che hanno segnato la vita tormentata dei partiti socialisti in epoca fascista e repubblicana. E, tuttavia ? anche Arfé lo sottolinea ? l’epistolario ha un fascino tutto particolare, perché riporta con straordinaria immediatezza al clima di quegli anni, alle emozioni, alle speranze, alle pene e alle delusioni di due grandi protagonisti della politica che ritroviamo anche tutta la loro umanità. L’esistenza privata, vissuta da entrambi con una dignità esemplare, pur nella faticosa quotidianità del fuoruscitismo, si intreccia alla indefettibile determinazione nel continuare la battaglia antifascista. La difficoltà di comprendere la vera natura del fascismo e il consolidamento del regime che tante illusioni genera tra gli esiliati, è evidente anche in Saragat, convinto nel 1927 di una possibile svolta moderata di Mussolini, addirittura attraverso ?la soppressione delle leggi speciali? (p. 18). Così come nel 1935 Saragat sogna, insieme alla grande maggioranza dei fuorusciti, che la guerra in Etiopia ?è sicuro che non si farà [?], poi è sicuro che sarà perduta? (p. 54). Ben note sono le posizioni del futuro leader della socialdemocrazia sulla guerra in Spagna, le sue critiche alla passività delle democrazie occidentali e l’elogio dell’Unione Sovietica, il solo Stato deciso ad intervenire contro i fascismi. Ciononostante, fa una certa impressione leggere, in data 24 settembre 1938, la frase ?La Russia è semplicemente sublime? (p. 105), scritta da Saragat che, dopo il 1939, e per il resto della sua vita sarà un avversario tenace del comunismo.

Simona Colarizi