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Chiara Giorgi, Guido Melis, Angelo Varni (a cura di) – L’altra metà dell’impiego. La storia delle donne nell’amministrazione – 2005

Chiara Giorgi, Guido Melis, Angelo Varni (a cura di)
Bologna, Bononia University Press, pp. 196, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume ? che raccoglie gli atti del convegno ?L’impiego al femminile. Le donne negli uffici pubblici e privati? (Imola, 14-15 novembre 2002) ? offre una rassegna dei più recenti studi sulla presenza e la collocazione professionale delle impiegate tra Otto e Novecento, sui provvedimenti legislativi di cui furono oggetto, sulla femminilizzazione di mansioni e settori, sugli stereotipi e le eredità culturali presenti nelle istituzioni repubblicane, che pure avrebbero dovuto recepire e applicare il principio di uguaglianza tra i due sessi sancito dalla Costituzione. Guido Melis ed Elisabetta Palici di Suni si soffermano sulle norme concernenti il lavoro femminile e sulla lenta acquisizione dei diritti civili. Dell’incerta sorte della cittadinanza amministrativa femminile in età repubblicana si occupano Giovanni Focardi, Luisa Montevecchi e Jeanne Siwek-Pouydesseau: il primo, attraverso l’analisi dei contenuti del dibattito sviluppatosi, tra il 1944 e il 1947, nelle commissioni istituite allo scopo di elaborare proposte per la riforma dell’amministrazione e la riorganizzazione dello Stato; la seconda procedendo alla disamina dei pareri espressi negli anni Cinquanta dal Consiglio di Stato sui ricorsi presentati per l’esclusione della componente femminile da concorsi pubblici e carriere; l’ultima soffermandosi sulla lenta applicazione in Francia dei principi costituzionali. Marina Giannetto, Chiara Giorgi e Martina Salvante delineano, rispettivamente, il percorso professionale del personale impiegatizio dell’amministrazione delle Poste e dei telegrafi, del ministero dell’Interno e delle Finanze, e della Germania nazionalsocialista. Silvia Salvatici esamina il processo di femminilizzazione della categoria degli addetti alle vendite. Le donne occupate si collocano, in gran parte, nei ?gradini più bassi della scala gerarchica impiegatizia, con scarse possibilità di carriera? e, ?a parità di lavoro e di orario?, con ?uno stipendio inferiore rispetto ai colleghi maschi? (p. 164); rappresentano una mano d’opera precaria, soggetta ?a un rapido ricambio? (p. 108), insostituibile, tuttavia, in alcuni servizi, nei quali la pubblica amministrazione si mostra restia ad applicare misure restrittive. Una realtà assai distante dalle ?rappresentazioni di maniera di tanta pamphlettistica antifemminile sull’eccesso di lusso delle signorine degli uffici? (p. 81). Diversa la condizione delle laureate in Giurisprudenza studiate da Francesca Tacchi, ammesse nel ’19 all’esercizio dell’avvocatura, attive, nel Ventennio, all’interno di ?nicchie? professionali (p. 70), in attesa di un impiego meno soggetto alle oscillazioni della libera professione. Evidenti ? osserva Mariuccia Salvati ? la correlazione tra presenze femminili negli impieghi e terziarizzazione dell’economia, il ruolo degli stereotipi nell’immaginario maschile e femminile e nei processi di identificazione, le difficoltà di accesso alla sfera superiore della dirigenza. Questioni centrali e, ancora oggi, di indubbio interesse.

Sara Follacchio