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Claudio Vercelli – Israele. Storia dello Stato. Dal sogno alla realtà (1881-2007) – 2007

Claudio Vercelli
Firenze, Giuntina, 481 pp., Euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2007

Questo libro vuol fornire una base informativa e analitica sullo Stato di Israele, che, secondo l’a., in Italia viene più spesso giudicato che studiato. La lettura della storia di Israele che ci viene offerta è basata su molte fonti secondarie (soprattutto in italiano, ma non solo).Le prime due parti del libro sono dedicate al contesto storico della nascita dello Stato. Esso viene presentato in due parti: la nascita del «sogno» sionista di uno Stato-nazione ebraico e l’immigrazione in Palestina degli ebrei, sullo sfondo dell’antisemitismo e del nazismo, sottolineando il carattere collettivo dell’insediamento ebraico e le trasformazioni ideologiche che l’accompagnavano. La terza e principale parte è consacrata alla storia dello Stato – ai suoi organi, al suo regime giuridico – e alla sua società. Unita nella situazione di guerra, la società israeliana è tuttavia molto pluralista di fronte alle tante contraddizioni interne dovute alla politica di giudeizzazione dello Stato su basi religiose o etniche. Vercelli comincia la sua narrazione con gli anni formativi del complesso processo di costruzione dello Stato e della nazione e li colloca in un quadro più generale, regionale e mondiale. Ma l’a. ignora alcuni aspetti che sono ormai considerati cruciali nella costruzione nazionale. Per esempio egli riduce la complessità delle «guerre di confine» (Benny Morris) degli anni ’50 a una semplice strategia di sicurezza e minimizza l’impatto del regime militare cui erano sottoposti i cittadini israeliani arabo-palestinesi fino al 1966 (politica che serviva, oltre che per il controllo del territorio, anche per confiscare le loro terre e rendere i loro coltivatori dipendenti dell’amministrazione militare). Questi e altri aspetti sono importanti non tanto per la discussione sul conflitto israelo-palestinese, che l’a. non mette al centro di questo libro, ma proprio per capire come si sono forgiate la società israeliana e le sue istituzioni. Una società nella quale il 18% dei cittadini non è stato integrato nella nuova nazione, i cui confini non sono stati fissati dalla sua fondazione. La dinamica di questa inclusione/esclusione geografica e politica, nonché giuridica, è rilevante per spiegare il peso della Shoah, della religione e della storia nella società israeliana e nelle sue istituzioni, nonché sulla stessa definizione dell’ebraismo come nazionalità, aspetti sui quali si riflette nel libro.Una buona metà del testo è dedicata agli avvenimenti politici dal 1967 in poi. Intrecciando la politica regionale e globale con la politica israeliana, la globalizzazione con la fine dell’opposizione fra sinistra e destra Vercelli ha scelto una periodizzazione interessante, che vede negli anni 1978-1982 «gli anni della pacificazione armata e della stabilizzazione territoriale» con i paesi arabi, negli anni 1982-1995 «la palestinesizzazione del conflitto con gli arabi» e negli anni 1995-2006 la globalizzazione del paese. In questa seconda parte l’a. ci offre una sintesi molto interessante di quarant’anni di politica israeliana e della nazionalità ebraica che si viene forgiando. Ma anche secondo la sua chiave di lettura esse si svolgono soprattutto intorno al conflitto con i palestinesi.

Raya Cohen