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Cosa importa se siam donne? Non alberga in noi paura! Le soldatesse dell’esercito di Mussolini. Storia e letteratura

Gianluca Schiavo
Roma, Aracne, 156 pp., € 10,00

Anno di pubblicazione: 2014

Gianluca Schiavo, fresco dottore di ricerca in italianistica presso l’università di Turku, in Finlandia, ha pubblicato questo studio sul ruolo delle donne nelle forze armate della Repubblica sociale italiana, che è frutto della collaborazione di questo studioso con il soprannominato ateneo finnico. Il lavoro approfondisce il tema della collaborazione femminile all’esperienza repubblichina da un punto di vista militare, in uno dei più delicati e dibattuti frangenti della storia unitaria.
L’a. contestualizza preliminarmente la problematica, con riferimento in primo luogo al ruolo della donna durante il ventennio, cercando, a partire dalla storiografia edita sul tema, di tracciarne un profilo complessivo e non stereotipato. Passa poi alla nascita e all’organizzazione delle ausiliarie nelle forze armate saloine cimentandosi in un profilo identitario di queste donne e delle motivazioni che le spinsero a indossare la divisa repubblichina, a partire proprio dalle memorie e dai diari lasciate da alcune di esse.
L’individuazione delle motivazioni e dell’identità viene portata avanti evidenziando il rapporto di donne con gli alleati tedeschi e con gli avversari partigiani, con i commilitoni e con la popolazione, provando a cogliere le innovazioni e i rimandi a tradizioni precedenti che vanno a intercettare questa esperienza. Il quadro viene arricchito attraverso la rappresentazione di queste donne elaborata dagli uomini di Salò tra riviste e memorie, una rappresentazione più problematica di quello che potrebbe sembrare a prima vista: a volte rispettosa, a volte più prosaica, in cui se ne coglieva l’innovazione, ma allo stesso tempo l’eccezionalità e il legame con ruoli di genere più consueti, fino a quel momento, per l’immaginario maschile.
L’analisi del fenomeno oggetto del libro viene completata attraverso un confronto con le donne partigiane, provando a cogliere analogie e, soprattutto, differenze, paragonando ruoli, consistenza numerica, motivazioni e percezioni. Nel finale c’è anche spazio al confronto con esperienze di militarizzazione al femminile tra i principali belligeranti.
Il lavoro di Schiavo è sicuramente ben concepito e strutturato; permette di gettare luce sull’evoluzione dei ruoli di genere tra fascismo e seconda guerra mondiale e porre stimolanti riflessioni ed evidenze su come, anche nel nostro paese, le conflagrazioni belliche accelerino processi di emancipazione delle donne, perfino in settori della società che sembrerebbero apparentemente meno disposti a simili cambiamenti, nel drammatico snodo del 1943-45.
La formazione dell’a. è quella di studioso di letteratura italiana e l’impostazione del libro ne è segnata, perché lo studio si basa interamente su un nucleo di storiografia, memorialistica edita e fonti a stampa. Non sono state affatto considerate fonti d’archivio, né viene specificato se si tratta di una chiara scelta dell’a. o dell’eventuale scarsa consistenza della documentazione. Una presentazione critica e problematizzata delle fonti utilizzare avrebbe dato ulteriore valore a un volume in ogni caso degno di interesse.

Mario De Prospo