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Cremona civilissima. Storia di una politica scolastica (1860-1911)

Matteo Morandi
Pisa, Edizioni Ets, 327 pp., € 30,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il libro ha come oggetto la storia di Cremona dal punto di vista educativo nel primo cinquantennio postunitario. Esso prende in esame l’evolversi della scuola primaria, di competenza municipale, fra l’applicazione della legge Casati e l’emanazione della Daneo-Credaro (4 giugno 1911). L’approccio adottato dall’a., dottore di ricerca in Storia (Pisa 2006) e in Istituzioni, idee, movimenti politici nell’Europa contemporanea (Pavia 2013), vuole essere interdisciplinare e mette a frutto gli studi da lui condotti sul governo politico e sulle vicende educative della città fra ’800 e ’900. Relativamente alla storia amministrativa, lo sforzo compiuto è stato quello di non circoscrivere l’analisi alle già note posizioni degli uomini più in vista, ma di allargare l’indagine alla vita degli enti territoriali. Egli si preoccupa di «ricostruire la cornice entro la quale si strutturò la dialettica fra istituzioni politiche, scuola e società, così da delineare al meglio, ricostruendone l’agire, la “comunità governante” tra pubblico e privato» (p. 17).
La scuola appare un punto di vista privilegiato dal quale analizzare il rapporto centro-periferia, gli orientamenti delle classi dirigenti cittadine, ma anche i processi di formazione dell’identità nazionale mediata dalle decisioni locali. Facendo proprie le più recenti suggestioni della ricerca storico-educativa, l’a., infatti, non limita l’esame delle politiche scolastiche all’aspetto normativo, ma fa luce sulla traduzione di tali politiche nella quotidianità. Si vedano, in tal senso, le pagine dedicate ai maestri (selezione, formazione, stato economico, ecc.) al cui reclutamento Cremona prestò una particolare attenzione, stabilendo, subito dopo l’Unità, che dovesse avvenire solo tramite concorso per esami al fine di elevare la qualità delle scuole civiche.
La ricerca si fonda su un ricco materiale inedito e a stampa, frutto dello spoglio dei periodici e delle riviste scolastiche di Cremona, della consultazione della documentazione prodotta dal Comune e delle indagini svolte presso l’Archivio centrale dello Stato e gli archivi ecclesiastici cittadini. Attraverso il sapiente utilizzo delle informazioni acquisite, l’a., oltre a delineare le tappe e i protagonisti del progetto pedagogico della classe dirigente cremonese, ne fa emergere gli elementi di continuità (interessante, ad esempio, la questione dell’istruzione religiosa nelle elementari destinata a segnare le vicende cittadine per tutti gli anni considerati), i momenti di svolta, nonché le peculiarità rispetto alla linea politica nazionale o a differenti realtà territoriali.
L’approccio adottato in questo studio di caso – come in altri analoghi su diverse aree geografiche – ha altresì il merito di sollecitare la comparazione fra più situazioni locali al fine di pervenire alla migliore comprensione e – si auspica – alla riscrittura della storia della scuola italiana, in cui si fondano politiche nazionali e locali (con attenzione anche alle iniziative della società civile), ricostruzione della progettualità pedagogica e normativa e della sua applicazione nella concreta realtà.

Carla Ghizzoni