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Cristina Baldassini – L’ombra di Mussolini. L’Italia moderata e la memoria del fascismo (1945-1960) – 2008

Cristina Baldassini
Soveria Mannelli, Rubbettino, 352 pp., euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2008

Nato dalla rielaborazione di una tesi di dottorato, questo libro si inserisce positivamente nel filone di studi sulle memorie della Repubblica. L’oggetto specifico della ricerca sono le rappresentazioni del regime fascista proposte da quel settore dell’opinione pubblica che l’a. definisce «di orientamento ?moderato?» e che è da lei identificato con «quella parte politicamente orientata […] verso la Dc ed i partiti alla sua destra, Msi escluso» (p. 2). Le fonti scelte ? ed è questo uno dei principali elementi d’interesse del lavoro ? sono i rotocalchi quali, principalmente, «Gente» e «Oggi», cui sono accostate altre fonti a stampa come «Il Tempo» di Angelillo e «Il Borghese» di Longanesi. Si tratta di fonti già utilizzate dagli studiosi ma non ancora oggetto di adeguato e sistematico approfondimento.Tali testate contribuirono a costruire una visione del passato recente connotata da una evidente distanza (quando non da aperta ostilità) nei confronti delle costruzioni culturali ed ideologiche che hanno sorretto la grande narrazione antifascista. Lo studio illustra la genesi e l’evoluzione di un discorso spesso nostalgico, tendenzialmente apologetico, in cui la dimensione umana, privata e famigliare dei vissuti prevale sull’articolazione di un giudizio propriamente politico. Nel rievocare le gesta dell’aviatore Balbo, nel celebrare i fasti della colonizzazione italiana, nel ricordare con commozione le sofferenze collettive durante la guerra, si declina una lettura dell’esperienza fascista in cui ? se anche non vi è un’adesione all’ideologia di Salò o allo spirito del neofascismo post ’45 ? permane però una forte identificazione, di tipo sentimentale prima e più che politico-ideologico, con l’esperienza del ventennio.Per quanto lo studio sia condotto con serietà e rigore, forse non avrebbe guastato una maggiore attenzione al linguaggio, sia nei testi che nelle immagini, cui peraltro è dedicata un’appendice fotografica. Nel leggere tali fonti, insieme ai contenuti e alle argomentazioni, sarebbe utile considerare la costruzione del discorso, le forme della scrittura. Sarebbe stato inoltre utile mettere in relazione, in maniera più sistematica, i rotocalchi con la memorialistica, la letteratura (specie quella di più largo consumo) ed il cinema. Ciò avrebbe consentito di collocare quelle testate in un circuito discorsivo più ampio e di cogliernemeglio la funzione nel sistema della comunicazione dell’Italia post ’45. Nonostante questi limiti va riconosciuto che si tratta di una ricerca solida e convincente. Questo libro rappresenta una delle prime ricostruzioni d’insieme delle stagioni e delle intonazioni della memoria cosiddetta «moderata».

Guri Schwarz