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Cristina Sagliocco – L’Italia in seminario, 1861-1907 – 2008

Cristina Sagliocco
Roma, Carocci, 261 pp., euro 22,50

Anno di pubblicazione: 2008

A differenza della Spagna e della Francia, in Italia nessuno ha mai provato a scrivere una storia dei seminari dopo il Concilio di Trento. La bibliografia in proposito è vasta ma si tratta quasi sempre di saggistica di ottimo livello, limitata però a brevi periodi. Eppure, come sanno gli addetti ai lavori, si tratta di un’istituzione che in molte regioni e per molti anni ha preparato buona parte della classe dirigente italiana. L’a. di questo testo analizza un periodo di grande interesse: le date indicano infatti l’inizio di una stagione di trasformazione. Il 1861 è l’anno dell’unità italiana, e da allora non saranno pochi i ministri e gli studiosi che cercheranno di risolvere il problema dei seminari, controllandone gli studi e l’organizzazione, poiché spesso non si tratta di scuole private, ma di «vere e proprie scuole pubbliche non autorizzate». Da parte dei superiori e dei vescovi, inoltre, ci si pone spesso in atteggiamento di difesa. Gli uomini politici dell’Italia unita sono infatti preoccupati di orientare la formazione del clero in senso non antiunitario e, quindi, vorrebbero poter agire sui programmi e sugli studi. Anche perché ci sono non pochi preti che hanno scelto la linea politica liberale ma non molti che si esprimono in tale senso. Anzi, chi lo fa rischia di essere emarginato. Da parte della Chiesa l’atteggiamento è contrario. La rottura dei rapporti con lo Stato spinge le autorità ecclesiastiche a organizzare una formazione che porti ad una figura di prete ligio a Roma e lontano dalle idee liberali. Si parlerà spesso di un «prete romano», che però è scarsamente presente nelle altre regioni italiane. Il 1907, a sua volta, indica un’altra data significativa, è l’anno in cui iniziano le riforme di Pio X, che modificheranno i piani di studio e soprattutto privilegeranno i seminari «chiusi», cioè destinati solo a chi pensa di avviarsi al sacerdozio, e non anche a quanti pensano di svolgervi soltanto un periodo di studi. L’a. non trascura nessuno dei problemi presenti, fornendo delle analisi e soprattutto una documentazione di assoluto interesse. Vengono analizzati i seminari prima e dopo l’Unità, così come le varie inchieste organizzate dai ministri e le reazioni di vescovi e diocesi. Lo stesso tipo di indagine viene svolto anche per vedere gli effetti della legge delle Guarentigie, per poi presentare in modo analitico quelli che erano considerati i grandi pilastri della formazione sacerdotale: la pietà, lo studio e la disciplina. Le pagine conclusive sono dedicate infine alle riforme di Pio X, che segneranno una vera svolta nella storia della formazione del clero. Alcuni documenti posti in appendice, e un’ottima bibliografia, completano un lavoro che colma una vera e propria lacuna negli studi della storia dei seminari e della formazione del clero.

Maurilio Guasco