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Dalle profezie all’impero. L’espansione britannica nel Mediterraneo orientale (1798-1878)

Lorenzo Kamel
Roma, Carocci, 168 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2015

Lorenzo Kamel ricostruisce come, tra XVIII e XIX secolo, l’opinione pubblica in- glese abbia considerato il tema della Terra Santa, mettendolo in relazione con quello del destino del popolo ebraico. Fino all’inizio dell’800, la politica britannica aveva avuto po- chi rapporti con i territori della costa siriana e palestinese, soggetti all’Impero ottomano, rispetto ai quali erano state Russia e Francia a esercitare una qualche influenza, attraverso la protezione dei sudditi cristiani del sultano.
La rivalità tra le potenze europee e l’ingerenza negli affari interni dell’Impero otto- mano si acuirono nel corso dell’800, coinvolgendo la Gran Bretagna che, mentre puntel- lava la sopravvivenza dell’Impero, giocò un rilevante ruolo culturale e religioso, promuo- vendo studi di archeologia biblica e una presenza della Chiesa anglicana nella regione, con l’istituzione di una diocesi anglicana-luterana nel 1841. Iniziative che, pur non sfociando in risultati immediatamente politici, erano frutto del comune interesse degli ambienti protestanti a intensificare il proselitismo e aumentare i pellegrinaggi, e di quelli governa- tivi, che li vedevano come un modo per rintuzzare i tentativi, eguali e contrari, delle altre potenze.
L’a. affronta questi snodi individuando un punto di svolta alla metà del XIX seco- lo quando l’interesse inglese per la Palestina cominciò a essere prevalentemente politi- co, e non solo religioso. L’aspetto più innovativo di questa ricerca va, però, rintracciato nell’analisi del particolare significato attribuito da alcuni circoli inglesi alla presenza e al possibile ritorno degli ebrei nella Terra d’Israele. Si trattava di visioni che affondavano le proprie origini nel biblicismo protestante e, in particolare, nelle letture degli ambienti non conformisti. Interpretazioni di questo tipo erano state presenti con forza nel di- battito nel corso del XVII secolo, in corrispondenza con il periodo della Rivoluzione e del governo di Cromwell. Dopo essere passate in secondo piano nel corso del ’700, esse tornarono con forza tra la fine di quel secolo e la prima metà del XIX, in corrispondenza con i fenomeni di revivalismo nel mondo protestante.
Nel mutato clima geopolitico tali visioni guadagnarono un nuovo significato po- litico. Se, infatti, la conversione degli ebrei al cristianesimo era stata vista come un pre- requisito al loro ristabilimento in Medio Oriente ora, invece, questo veniva considerato propedeutico tanto alla conversione quanto alle mire sulla Palestina da parte di Londra che non poteva contare su nessuna minoranza cristiana. Tali interpretazioni tesero così sempre più a considerare gli ebrei come i legittimi abitanti della regione, contribuendo a creare all’interno di alcuni ambienti inglesi un sentire filosionista che, per molti versi, anticipò la nascita del sionismo politico.

Paolo Zanini