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Daniela Calanca – Non ho l’età. Giovani moderni negli anni della rivoluzione – 2008

Daniela Calanca
Bologna, Bononia University Press, 263 pp., euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il libro, attraverso la figura della cantante Gigliola Cinquetti e il successo da essa ottenuto, ricostruisce un pezzo della storia dei giovani in Italia tra primi anni ’60 e ’70. Le fonti principali sono alcune delle lettere (circa 140.000 in totale) che Cinquetti ha ricevuto a partire dal 1964, anno della vittoria al Festival di Sanremo. A queste Calanca affianca testi scritti, soprattutto gli articoli di alcuni rotocalchi, di riviste giovanili e di quotidiani e alcuni album fotografici privati custoditi presso il Laboratorio di ricerca storica e di documentazione iconografica sulla memoria del quotidiano dell’Università di Bologna. Il libro, rincorrendo il materiale utilizzato, ricorstruisce le voci di quei giovani che, negli anni della contestazione, si dimostrano privi di interessi politici, vicini ai valori «tradizionali» così come ai modelli e ai desideri del recente consumo di massa. L’a. non coglie completamente la sfida lanciata dalle sue fonti principali, le lettere dei giovani fans depositate presso l’Archivio scrittura popolare del Museo storico di Trento. Si tratta di materiale complesso e purtroppo poco studiato in Italia dove la cultura di massa non ha ancora, tranne rari casi, oltrepassato i confini della nostra vetusta accademia. È quindi sicuramente un merito di Calanca quello di aver guardato alle sue fonti e al suo oggetto di ricerca con serietà e passione. Nel libro, però, queste missive, spesso sgrammaticate e ripetitive, sono presentate senza un’approfondita riflessione critica e una proposta interpretativa articolata; si sente l’assenza di un’analisi testuale e letteraria così come del tentativo di cogliere il mondo giovanile nelle sue articolazioni di gender; nel libro lunghe citazioni alternano lettere e articoli, voci giovanili e non, talvolta mancando di analizzare le differenze tra i diversi media, tra i diversi ordini discorsivi e la diversa collocazione dei soggetti.Dal punto di vista dei contenuti, Calandra ricostruisce il farsi di un’identità giovanile legata ai modelli e ai comportamenti del mercato di massa, in primo luogo alla musica leggera e ai suoi protagonisti. Nel contesto degli anni ’60 la sedicenne Gigliola Cinquetti, con la canzone Non ho l’età, è trasformata nel simbolo di un’Italia «tradizionale», legata ai valori borghesi, religiosi e familiari. Purtuttavia si tratta di un personaggio e di una «diva» che si muovono all’interno dell’industria culturale, incarnando inevitabilmente, nonostante il messaggio della canzone, desideri di successo, benessere, consumo, realizzazione individuale. La pluralità di posizioni e di attori che si muovono sulla scena del mercato culturale, così come le identificazioni, i desideri, le domande espresse in prima persona dai giovani fans, le cui voci non sono facilmente rintracciabili, dimostra che il personaggio Cinquetti era al centro di una battaglia per la ridefinizione di identità, gerarchie, comportamenti e valori in pieno boom economico. Un libro che quindi conferma l’importanza della cultura di massa per comprendere aspetti fondamentali della storia passata e presente e sfida altri storici e storiche a confrontarsi con un materiale di difficile gestione e reperibilità.

Enrica Capussotti