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Daniele Ceschin – La ?voce? di Venezia. Antonio Fradeletto e l’organizzazione della cultura tra Otto e Novecento – 2001

Daniele Ceschin
Padova, Il Poligrafo, pp. 367, euro 23,24

Anno di pubblicazione: 2001

Antonio Fradeletto fu al tempo stesso intellettuale, organizzatore culturale, e politico attivo, soprattutto a Venezia, a cavallo tra i due secoli. La minuziosa ricostruzione della sua ?triplice biografia? (p. 21) proposta dalla collana ?Ricerche? della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Venezia arricchisce un filone di studi che affida ai luoghi della cultura l’analisi dell’incontro tra locale e nazionale.
Il volume è diviso in tre parti, ognuna delle quali dedicata ad un aspetto della poliedrica figura di Fradeletto. Nella prima, l’autore ricostruisce gli anni di formazione anticlericale e positivista, il sodalizio con Riccardo Selvatico e Giacinto Gallina, l’impegno in varie istituzioni ed attività. Docente di lettere a Ca’ Foscari, promotore della Federazione fra le Società d’insegnanti nel Veneto, collaboratore di riviste storiche e letterarie nazionali, conferenziere noto ed apprezzato in tutta Italia, Fradeletto emerge come intellettuale fortemente radicato alla realtà veneta, ma al tempo stesso inserito nei principali circuiti culturali nazionali. Nella seconda parte del libro viene presentato il ruolo da lui svolto nella nascita ed organizzazione della Mostra d’arte contemporanea veneziana, di cui fu segretario generale dal 1895 al 1914. Ceschin ricostruisce dettagliatamente le difficoltà e gli entusiasmi connessi allo svolgimento della Biennale, evidenziando caratteri e finalità della sua gestione ed illustrando tempi e modi di costruzione di uno dei più importanti eventi culturali della penisola.
Al Fradeletto politico è dedicata la terza ed ultima parte del volume, intitolata Un radicale ?clerico-moderato?. Del suo impegno come rappresentante dei radicali in Parlamento per quattro legislature, l’autore tende a mostrare soprattutto le contraddizioni derivate dalla mancata omogeneizzazione delle istanze del composito gruppo democratico, e dall’appoggio garantito alla sua elezione da forze conservatrici, se non clericali, schierate in posizione antisocialista. Ripercorse le scelte compiute di fronte alle riforme giolittiane e alla partecipazione italiana alla guerra, l’analisi si chiude con l’attività svolta da Fradeletto come Ministro delle Terre Liberate. Ruolo, questo, che lo portò a contatto con la dura realtà postbellica della ricostruzione e del rientro dei profughi.
Lo studio è frutto di un’indagine condotta in archivi nazionali e locali e basata su di un’ampia raccolta di fonti a stampa. Nella biografia si intrecciano differenti linee di analisi che consentono di mettere a fuoco vicende individuali, e di partire da esse per posare lo sguardo sulla vita politica e culturale veneta e nazionale. La parte più interessante del libro è, in questo senso, quella dedicata al Fradeletto potente organizzatore culturale, la cui attività alla Biennale venne segnata da questioni riconducibili alla tensione tra municipalismo e internazionalismo, che segnò finalità ed istanze sottese alla mostra, ed alle polemiche tra tradizione e avanguardia, che accompagnarono le scelte organizzative ed artistico-espositive nel nuovo secolo.

Simona Troilo