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Daniele Menozzi, Andrea Mariuzzo (a cura di) – A settant’anni dalle leggi razziali. Profili culturali, giuridici e istituzionali dell’antisemitismo – 2010

Daniele Menozzi, Andrea Mariuzzo (a cura di)
Roma, Carocci, 377 pp., Euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2010

Frutto di una serie di convegni coordinati da Ugo Caffaz e promossi dalla Regione Toscana in occasione del settantesimo anniversario dell’emanazione delle leggi razziali in Italia, il volume raccoglie una selezione degli oltre venti interventi presentati durante il ricco calendario di incontri che, fra ottobre e dicembre 2008, hanno visto coinvolte le sedi universitarie di Firenze, Pisa, Siena, la Scuola Normale superiore di Pisa e l’Università per stranieri di Siena.Come dichiara Daniele Menozzi nella sua presentazione, il libro si articola attorno a tre microaree tematiche: ideologie e mentalità dell’antisemitismo; le leggi razziali e la loro applicazione; la persecuzione antiebraica nelle istituzioni culturali. I confini sono delimitati dal saggio di Enzo Collotti che, affrontando il tema dei nazionalismi e del declino delle democrazie continentali, traccia le linee guida entro le quali si sviluppò l’antisemitismo/razzismo in Europa (e in modo particolare in Germania) tra le due guerre, e dall’intervento di Sybille Steinbacher su Auschwitz, paradigma non solo dello sterminio degli ebrei per mano dei nazisti, ma anche del modello di espansione dello spazio vitale tedesco in prospettiva di una «germanizzazione» dell’Europa «ariana».I singoli saggi, se pur con toni e argomentazioni diverse, hanno il pregio di inserire le leggi razziali italiane nel più ampio processo di costruzione dello Stato totalitario fascista, senza dimenticare di considerare diverse categorie sociali e differenti gradi di adesione all’antisemitismo (Elisa Signori) né le matrici culturali profonde di un certo antigiudaismo. Si vedano, ad esempio, il saggio di Annalisa Di Fant per la matrice cattolica, o più in generale, il contributo di Michele Battini su Paolo Orano come emblema di una tradizione antisemita nazionale. Altri interventi non si sottraggono ad una riflessione che inserisce l’antisemitismo italiano in un contesto che supera i confini nazionali (Valeria Galimi lo sottolinea attraverso le vignette satiriche francesi), cogliendone specificità e somiglianze rispetto alla legislazione tedesca (Valerio Di Porto).Spingendosi dopo il 1943 e affrontando la continuità delle idee razziste e degli apparati fascisti antisemiti anche oltre il ventennio, i lavori di Dianella Gagliani e di Tommaso Dell’Era si aprono ai temi della rimozione e dell’autoassoluzione degli italiani che trovano voce anche nei contributi di Silvia Falconieri e Paolo Caretti sul mondo giuridico e la legislazione post-bellica.Stupisce come a questa ricchezza di analisi facciano da contraltare alcuni saggi che non tengono in debito conto le acquisizioni storiografiche più recenti. Ne è un esempio il testo di Bernardo Sordi sulle leggi razziali nelle università, che non fa riferimento alle pubblicazioni che, affrontando il quadro nazionale, hanno messo in luce da oltre un quindicennio continuità e fratture del 1938 nel contesto della fascistizzazione degli atenei e del mondo culturale italiano.

Simona Salustri