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Daniele Pasquinucci – Europeismo e democrazia. Altiero Spinelli e la sinistra europea 1950-1986 – 2000

Daniele Pasquinucci
il Mulino, Bologna

Anno di pubblicazione: 2000

Pubblicato nella collana “Storia del federalismo e dell’integrazione europea” diretta da Giulio Guderzo, questo è il più recente frutto di un filone di ricerca che del processo d’integrazione europea pone in particolar modo l’accento sull’azione di costruzione “dal basso” a favore dell’unità europea condotta da movimenti e singole personalità. L’opera ricostruisce il percorso, sinora poco scandagliato dalla storiografia, che ha contrappuntato nel tempo la battaglia a favore dell’unificazione europea condotta da Altiero Spinelli: i rapporti politici intrecciati con la sinistra democratica e socialista negli anni ’50 e ’60, sino al progressivo riavvicinamento al Pci negli anni settanta.
Nella prefazione agli scritti di Spinelli del periodo del confino e della clandestinità, Gaetano Arfè, come prima di lui Norberto Bobbio, individua nel carattere bolscevico e rivoluzionario la costante che unisce le spesso eterogenee esperienze del federalista, sia dal punto di vista teorico che pratico. Sulla base di una ricca documentazione proveniente da numerosi archivi pubblici e privati, Pasquinucci dimostra la veridicità di questo assunto, indagando a fondo sul rapporto dialettico tra Spinelli e la sinistra europea, che trova nella rivoluzionaria linea di divisione tra forze della conservazione e forze del progresso tracciata nel 1941 nel Manifesto di Ventotene la propria base teorica, nonché una preziosa chiave di lettura storiografica. Erede dell’internazionalismo socialista, Spinelli percorre il secondo dopoguerra con un obiettivo unitario – la creazione di una federazione europea – e una molteplice modularità di strategie. Sua preoccupazione costante è quella d’innestare nella battaglia per l’unità europea la linfa vitale dei partiti e delle organizzazioni che rappresentano le grandi masse popolari, attraverso la loro progressiva democratizzazione. In quest’ottica va letta la sua azione di “consigliere del principe” a fianco di Nenni, dapprima, di Berlinguer, in seguito, in un comune percorso che individua nell’europeismo il primo tassello di un disegno volto all’inserimento dei due partiti della sinistra italiana nell’orbita democratica.
L’autore riesce sapientemente a porre la ricerca dei filoni politico-culturali che influenzarono Spinelli e la ricostruzione analitica dell’azione federalista in continua dialettica con la fedele ricostruzione di quel contesto internazionale, con il quale costantemente Spinelli ebbe a confrontarsi. Pregevole è inoltre l’attenzione che egli pone ai molteplici gruppi di pressione e alle riviste cui il federalista collaborò, facendo emergere con maestria dalla pluralità di percorsi, incontri, dibattiti la trama unitaria che Spinelli seppe pazientemente ordire.

Daniela Preda