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Danilo Veneruso – Carisma e progettualità di Luigi Maria Monti e dell’Istituto dei Figli dell’Immacolata Concezione – 2009

Danilo Veneruso
Soveria Mannelli, Rubbettino, 462 pp., Euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2009

In questo volume Danilo Veneruso affronta la biografia del beato Luigi Maria Monti e le vicende dell’Istituto dei figli dell’immacolata concezione da questi fondato e condotto nella seconda metà del secolo XIX con il «carisma» dell’assistenza agli infermi e agli orfani. Nella prima delle tre parti di cui si compone l’opera, l’a. inserisce queste vicende in un quadro storico ecclesiastico ampio che illustra il passaggio da una spiritualità prevalentemente contemplativa tipica del primo millennio ad una spiritualità aperta al mondo, propria del secondo millennio. Con gli ordini mendicanti si avvia così un’attenzione particolare per i poveri, nei quali si riconosce la figura del Cristo, che si traduce in concreti progetti di servizio in loro favore. Per questa via Veneruso ci porta per mano attraverso i secoli a cogliere la tipicità di quel modello lombardo-veneto che fiorisce dalla Riforma cattolica (termine inaugurato da Jedin e naturalmente preferito da Veneruso a quello di «Controriforma»). E proprio in Lombardia il giovane Monti vive le sue prime esperienze religiose comunitarie e matura la sua formazione. Nella seconda parte dell’opera l’a. affronta poi la genesi e lo sviluppo dell’ordine religioso fondato da Monti e narra in modo veramente brillante gli sforzi di quest’ultimo per la conquista di una vera autonomia dell’Istituto contro i tentativi di assorbimento o di assoggettamento da parte dei cappuccini, dei salesiani e dei gesuiti, in una serie di avvenimenti che coinvolgono le stesse figure di Pio IX e di Leone XIII. Il sogno contrastato di Luigi Maria Monti è quello di vedere riconosciuta per i suoi concettini la possibilità di accedere al sacerdozio, in modo da non dover dipendere da altri in ciò che concerne l’assistenza spirituale. Nelle molte avversità connesse alle vicende dell’Istituto, Monti appare dotato di uno spirito di abnegazione e di una capacità di sopportazione del dolore morale che mostrano la santità del personaggio. Egli, privo di una grande cultura, è dotato di una religiosità semplice ma ferma che vive all’interno della comunità (questo il tema della terza parte dell’opera) basata sulla contemplazione, sulla preghiera e sulla devozione mariana. L’opera di Veneruso si apre con un utile ragionamento sulle fonti e sulla bibliografia che dimostra il saldo impianto scientifico su cui si basa. Interessante il fatto che lo studioso giudichi gli archivi formati dallo stesso Monti come «modelli di conservazione, di reperibilità e di fruibilità dei quali egli comprende la loro indispensabilità per ogni storiografia degna di questo nome» (p. 129). Certamente con questo lavoro l’a inserisce nel circuito della storiografia generale un tema di sicuro interesse.

Marco Leonzio