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Davide Bubbico – Due generazioni in fabbrica. Il lavoro operaio alla Whirpool di Napoli – 2003

Davide Bubbico
Napoli, Dante & Descartes, pp. 309, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

Nel 1963 nasce a Napoli l’IgnisSud, azienda meridionale del Gruppo Borghi che costituisce un esempio di grande fabbrica nel settore degli elettrodomestici, in particolare per la produzione di lavatrici. La metodologia prescelta è lo studio di caso, che si avvale di differenti tipologie di fonti: l’analisi quantitativa, l’ampia documentazione di un ben conservato archivio sindacale, le interviste.
Il caso dell’IgnisSud/Whirpool è interessante perché la fabbrica sopravvive al processo di deindustrializzazione che caratterizza l’economia napoletana nell’ultimo trentennio; in anni recenti registra addirittura un incremento dei livelli occupazionali. In tal senso converrebbe leggere il libro partendo dall’ultima parte, in cui è pienamente esplicitato il nodo portante della ricerca: una nuova generazione di operai, assunti negli anni Novanta, si confronta con il mondo della fabbrica, in un contesto in cui il sistema di relazioni e il patrimonio culturale operai sono stati frammentati e in gran parte dispersi dal processo di deindustrializzazione.
Prima, però, il volume ripercorre il modello di industrializzazione della Campania nell’ultimo cinquantennio e l’intera vicenda IgnisSud/Whirpool. La storia della fabbrica attraversa varie stagioni: dall’iniziale modello paternalistico, che Borghi tende ad attuare in tutti gli stabilimenti del Gruppo, alla cesura dell’autunno caldo, alla ridefinizione del sistema di relazioni aziendali proprio degli anni Ottanta. L’analisi storica incrocia fonti quantitative e qualitative, restituendoci la complessità dell’universo operaio femminile e maschile.
E arriviamo agli anni Novanta. Nel decennio precedente la manodopera cala del 20 per cento. Negli anni successivi invece l’occupazione cresce; nel biennio 1994-1995, sono assunti, all’interno di un forte incremento della produttività aziendale, circa trecento giovani, tutti figli di dipendenti, che fruiscono di un contratto a termine di quattro mesi. Si tratta di ragazze e ragazzi, di cui il 53 per cento è fornito di licenza media e il 43 per cento di diploma di scuola superiore. I livelli di istruzione sono pertanto molto diversi dalla precedente generazione operaia, ma ? ed è quanto sottolinea l’autore ? ciò non avviene all’interno di un processo di mobilità sociale. Il lavoro in fabbrica è inteso, ancora una volta, come soluzione a una condizione di precarietà occupazionale, che segna il mondo giovanile ed è vissuta con ansia e preoccupazione dall’intero nucleo familiare.
Il volume, che si avvale di una metodologia sociologica piuttosto che storica, è in definitiva un contributo stimolante all’analisi del mondo della fabbrica, che viene letto attraverso l’osservatorio della condizione giovanile. La mancanza di mobilità sociale fa sì che il lavoro operaio si riproponga come chance di stabilità occupazionale anche per la generazione più giovane, nonostante i più elevati livelli di scolarizzazione. La famiglia conferma un ruolo importante nella rete di relazioni: il genitore rende possibili opportunità occupazionali, che, anche se in forma precaria, consentono l’inserimento del figlio/a nel sistema fabbrica.

Gloria Chianese