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De Gasperi uno studio. La politica, la fede, gli affetti familiari

Giuseppe Sangiorgi
Soveria Mannelli, Rubbettino, pp. 229, € 15,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il libro ripercorre la storia dello statista Alcide De Gasperi dalla giovinezza fino all’estate che segnò la sua morte, nel 1954. Il quadro storico in cui De Gasperi viene collocato dall’a. è tratteggiato secondo uno stile giornalistico volto soprattutto a far emergere le qualità del protagonista. Peculiari le pagine riservate al periodo trentino, dalla sua nascita nel 1881, alla formazione e all’attività come politico in quella che era una regione dell’Impero austro-ungarico. Qui si ritrovano molti luoghi comuni che, forse per smorzare superate polemiche che lo tacciavano di austriacantismo durante il fascismo e negli anni ’50, eccedono in una visione stereotipata di De Gasperi e del clima dell’inizio del ’900, quando l’a. scrive di un «ardente cattolico in cuor suo patriota il quale sogna che il suo Trentino venga liberato dal gioco austriaco e torni di qua delle Alpi» (p. 28).
Il carattere affettivo del lavoro di Sangiorgi è in parte dovuto anche alla frequenza con cui vengono citate le figlie di De Gasperi, non solo Maria Romana, autrice anche di diversi libri dedicati al padre, ma in modo ampio e diffuso soprattutto Cecilia. I suoi lunghi virgolettati consentono al lettore di entrare nella casa di via Bonifiacio VIII, riportano il sapore di una famiglia quasi completamente al femminile, nei piccoli grandi avvenimenti visti da un’inquadratura «in soggettiva». L’adesione ai ricordi di Cecilia segna talvolta anche una presa di posizione all’interno degli equilibri storico-politici delle eredi dello statista, ad esempio quando prende apertamente le distanze dall’opera più famosa della sorella Maria Romana e dalla sua celeberrima definizione di De Gasperi come «uomo solo» (p. 78).
L’utilizzo di fonti prodotte dalle familiari e dai compagni di partito per ricostruire la vita di De Gasperi, ha un parallelo anche nell’interpretare la sua azione politica dentro il perimetro della spiritualità e non tanto della scienza politica. Sangiorgi trova riduttivo utilizzare la tesi di eco weberiano usata da Paolo Pombeni per comprendere la figura di De Gasperi come «politico di professione», preferendo le parole della teologa Adriana Zarri, quando scrive che la fede è «“fatto storico e un fatto sociale che non può esaurirsi nella pura interiorità dell’uomo. Se lo investe, lo investe tutto, la sua socialità, la sua storicità, il suo collocarsi in determinati contesti, la sua cultura”: anche questo» – conclude Sangiorgi – «è certamente De Gasperi» (p. 47).
La trattazione non è organizzata in ordine cronologico, il libro aderisce a una narrazione colloquiale, con frequenti cambi di argomento e anche incisi legati alla cronaca politica dei nostri giorni. L’intento sembra essere soprattutto quello di avvicinare un lettore privo di competenze specifiche all’argomento, per ripercorrere la storia dell’uomo politico raccontata attraverso aneddoti dei familiari o dei colleghi di partito.

Elena Tonezzer