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Domenico Maselli – Storia dei battisti italiani 1873-1923 – 2003

Domenico Maselli
Torino, Claudiana, pp. III-177, euro 14,50

Anno di pubblicazione: 2003

Il ?Cristianesimo del Risveglio?, oscillante tra liberalismo teologico e richiami al Cristianesimo delle origini, costituisce una spia significativa della complessità della vicenda religiosa ottocentesca e del carattere tutt’altro che lineare del processo di secolarizzazione: tentativi di laicizzazione della società e della politica e tensione verso una loro (ri)sacralizzazione, sia pure in forme diverse dal passato, convivono spesso negli stessi uomini. Ad una corrente certo minoritaria, ma tutt’altro che irrilevante di questo vasto movimento, il Battismo italiano, è dedicato il volume di Maselli, arricchito da un’appendice sul Battismo italiano negli USA e una cronologia. Esso si inserisce in un percorso di ricerca sulla storia del Protestantesimo italiano tra ?800 e ?900 portato avanti ormai da molti anni, offrendoci un punto di vista, poco frequentato dalla storiografia generalista ma assai proficuo, sulle vicende risorgimentali e dell’Italia liberale.
La lotta anticlericale e l’abbattimento del potere temporale diedero infatti, agli occhi di ampia parte dell’opinione pubblica protestante, in particolare anglosassone, una forte impronte religiosa e persino millenaristica al Risorgimento. Non stupisce quindi che nei primi anni postunitari l’Italia fosse considerata una terreno d’elezione per l’opera di evangelizzazione. In particolare il Battismo dimostra una particolare attenzione al problema della propaganda della stampa che troverà la sua espressione culturalmente più importante e significativa nella rivista «Bilychnis».
Certo il Protestantesimo italiano, e a maggior ragione il Battismo, restano delle esperienze minoritarie ma con un proprio peso, testimoniato anche dalla virulenza della reazione cattolica che, traducendosi spesso in aggressioni violente, percorre tutta l’età liberale finendo per saldarsi con lo squadrismo fascista.
La reazione clericale e poi fascista sono causate anche dal carattere specifico assunto dal Battismo italiano, che aveva trovato nella sinistra più o meno radicale, da Giuseppe Petroni, pastore e gran maestro della massoneria a Vincenzo Melodia, organizzatore del socialismo messinese e anch’egli ministro battista, un fertile terreno di proselitismo.
La vicinanza alla sinistra è dovuta anche alla particolare attenzione che il Battismo dedica alla questione sociale, con la creazione di numerose scuole che raggiungono, specie nei centri piccoli e medi, una diffusione ben più ampia di quella delle chiese. Un ruolo significativo è svolto in questo contesto, specie nelle comunità meridionali, che conoscono in età giolittiana una forte crescita, dagli emigrati rientrati in patria, venuti in contatto con il Battismo, e per i quali la conversione a una nuova fede rappresenta uno strumento di rottura con le strutture sociali tradizionali.
Maggiore attenzione, infine, avrebbe meritato il modo con cui le comunità battiste affrontarono prima la guerra di Libia e poi la Grande Guerra, e più in generale il complesso rapporto che si viene a instaurare tra un’identità religiosa, che dipende dall’estero tanto per la dottrina quanto per l’organizzazione, e la nascente identità nazionale.

Pietro Finelli