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Donata Brianta – Europa mineraria. Circolazione delle élites e trasferimento tecnologico (secoli XVIII-XIX) – 2007

Donata Brianta
Prefazione di Philippe Braunstein, Milano, FrancoAngeli, 447 pp., Euro 26,00

Anno di pubblicazione: 2007

I fattori strategici di natura non economica, in primo luogo il capitale umano e l’istruzione, della trasformazione industriale europea verificatasi a partire dal crepuscolo dell’antico regime rappresentano un dato ampiamente acquisito dalla storiografia e corroborato da analisi che nel corso degli ultimi dieci-quindici anni si sono focalizzate su aree territorialmente circoscritte e non immediatamente corrispondenti agli aggregati degli Stati nazionali. È nell’ambito di tali rinnovati e ben solidi orizzonti storiografici che si colloca il volume con cui Donata Brinata corona una pluriennale e fruttuosa stagione di studi dedicati alle sedi di formazione dell’intellettualità tecnico-scientifica altamente specializzata, con particolare riferimento agli ingegneri minerari, e al ruolo di questa nelle amministrazioni statali e nell’industrializzazione italiana e continentale. La profonda familiarità con le predette tematiche e la piena padronanza delle fonti primarie e della letteratura scientifica settoriale consentono pertanto all’a. di fornire al lettore un quadro assai vasto, sia per le coordinate geografiche, che spaziano dall’Europa centro-orientale all’Inghilterra, all’Italia e agli Stati uniti, che per la pluralità degli attori considerati. Viene infatti robustamente documentato e intelligentemente interpretato il combinato interagire, scandito da frizioni, resistenze e pragmatici adattamenti alle peculiarità delle risorse «inanimate» geologico-minerarie e socio-politiche locali, di apparati statuali, istituzioni educative, reti sovranazionali di diffusione del know how specialistico, corpi professionali e imprenditori privati.Il primo capitolo del libro è dedicato all’esame comparato del processo, sviluppatosi tra il 1750 e il 1860, di definizione della professione dell’ingegnere minerario e metallurgico nel centro Europa, nel quadro di una modernizzazione industriale sempre più dipendente dalle materie prime d’origine minerale e, conseguentemente, dai relativi saperi tecnico-scentifici. Nel secondo e terzo capitolo l’a. approfondisce maggiormente la realtà dell’Italia, sia pre che postunitaria, analizzando i vari centri di formazione professionale; la presenza degli allievi ingegneri italiani nel circuito delle grandi scuole minerarie europee, soprattutto franco-tedesche e, sul finire dell’800, americane; gli itinerari e gli obiettivi dei viaggi d’istruzione e delle periodiche missioni tecnologiche nei principali distretti minerari e centri di lavorazione del continente. Da tale intensa e regolare circolazione del capitale umano derivò un fruttuoso processo di cross-cultural transfer che contribuì in modo decisivo a permettere all’Italia, e non solo, di calcare la via dello sviluppo economico. Il lavoro è completato da tre appendici di tabelle, documenti e schede da cui gli studiosi interessati alla materia potranno ricavare elementi di conoscenza e spunti interpretativi assai utili per le loro ricerche.

M. Elisabetta Tonizzi