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Economia e opinione pubblica nell’Italia liberale. Gli economisti e la stampa quotidiana; I. Gli economisti

Massimo M. Augello, Marco E.L. Guidi, Giovanni Pavanelli (a cura di)
382 pp., II. I dibattiti, 220 pp., Milano, FrancoAngeli, € 48,00

Anno di pubblicazione: 2016

Punto terminale di un ampio e importante progetto sulla «storia istituzionale» dell’economia liberale – concretizzatosi sin qui in diversi volumi e opportunamente ripercorso da Augello nell’Introduzione – il lavoro, centrato su economisti e stampa, poggia su 21 studi (13 nel I vol., 8 nel II vol.) inevitabilmente diseguali e variamente interessanti. L’attenzione si focalizza, nel I vol., su Gli economisti, prendendo in esame penne note e meno note: Einaudi, Pareto, Luzzatti, Pantaleoni, Borgatta, Flora, Giretti, Cabiati, Leone, Cognetti de Martiis De Viti de Marco, Nitti, Luzzatti; nel II vol., ad essere affrontati sono alcuni dei principali problemi e dibattiti dell’epoca: la questione meridionale, il monopolio di Stato per le assicurazioni sulla vita, l’emissione monetaria, il cambio, la politica commerciale, le crisi di borsa, la politica coloniale. Attraverso attori e temi i curatori provano dunque a far luce (e a tenere assieme) su un periodo compreso fra l’ultimo trentennio dell’800 e il primo ventennio del ’900, una fase densa – è quasi superfluo ricordalo – di cambiamenti e contraddizioni.
Acclarato che la relazione tra stampa ed economisti sia questione cruciale e meritevole di essere indagata, non tutti i saggi evidenziano rilevanza e novità e, rischio ineludibile dei lavori a più mani, non manca qualche debolezza. Spiccano tra i profili degli economisti delineati nel I vol. quelli che, grazie alla penna e alla perspicacia dei singoli autori, aprono una finestra sul periodo: è il caso di Bientinesi con Cabiati (economista del quale distilla posizioni e argomentazioni delineando un profilo compatto e senza sbavature); di Gozzolino con Leone (il sindacalista rivoluzionario avversario risoluto del protezionismo, di rado inserito e tematizzato tra gli economisti dell’epoca); di Maccabelli con Pareto (fin troppo studiato ma qui efficacemente inquadrato nell’alveo delle scienze sociali e della sua biografia scientifica); di Pavanelli con Einaudi (capace di far emergere elementi d’interesse in un personaggio largamente esplorato); di Travagliante con Flora (colto nelle vesti di occhiuto osservatore della guerra e dei suoi effetti).
Nel II vol. il rapporto si capovolge: ad essere protagonisti sono infatti i temi e i problemi vagliati e discussi dalla stampa – nei loro risvolti sociali, economici e politici – ed essi a guidare la ricerca. Gli spunti, naturalmente, sono numerosi in tutto il volume e anche se in alcuni casi un po’ di rimasticamento si avverte – conseguenza di un’esplorazione trentennale «in lungo e in largo» nel mondo degli economisti – si leggono con sicuro interesse i contribuiti dedicati alla crisi di borsa del 1907, ai problemi della finanza pubblica, della politica coloniale, della politica doganale.
Nell’insieme gli interventi degli economisti e l’individuazione dei nuclei tematici più dibattuti, oltre a restituire contorni e contenuti di un universo mobile e contraddittorio, offrono anche interessanti elementi di riflessione sulla cultura del tempo.

Rosanna Scatamacchia