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Elena dell’Agnese, Enrico Squarcina (a cura di) – Europa. Vecchi confini e nuove frontiere – 2005

Elena dell’Agnese, Enrico Squarcina (a cura di)
Torino, Utet, pp. 284, euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume, curato da Elena dell’Agnese ed Enrico Squarcina, raccoglie una serie di saggi che si occupano dell’assetto del territorio europeo, partendo dalle definizioni filosofiche e geografico-politiche di frontiera e confine. L’approccio multidisciplinare, evidente nella scelta di dare spazio alle ricostruzioni geografiche, alle immagini letterarie dei limiti dell’Europa e all’analisi storiografica, si rivela particolarmente utile nello studio del territorio europeo. Tale impostazione consente infatti di mettere in luce non solo le tensioni geopolitiche ma anche le rappresentazioni iconografiche e le vicende storiche che hanno accompagnato l’evoluzione dei confini europei, un tema tornato d’attualità nel dibattito politico a seguito dell’allargamento dell’Unione europea (UE) ai paesi dell’Europa centro-orientale.
La nascita dell’Europa a Venticinque ? argomento affrontato in numerosi saggi ? solleva una serie di interrogativi sui rapporti con i nuovi ?vicini?, che affondano le loro radici nella difficoltà dell’Unione europea di uscire dalle logiche degli Stati nazione. In quest’ottica, l’ultimo allargamento avrebbe replicato il modello confinario statuale, contribuendo a creare ?confini in contrasto con l’apertura e la permeabilità, divenute possibili alla fine del sistema di guerra bipolare? (p. 109). Tale configurazione, basata su una concezione dei confini come barriers più che come borders, potrebbe esacerbare le tensioni fra paesi situati ai margini esterni, fra ?inclusi? ed ?esclusi?, con particolare riferimento ai paesi dell’area balcanica e del bacino del Mediterraneo ma anche alle minoranze etniche, presenti nei nuovi Stati membri.
Non solo le tensioni geopolitiche alle frontiere ma anche le fratture interne all’UE sollevano questioni che necessitano maggiore attenzione. La difficoltà di individuare uno spazio giuridico comune e la contraddizione insita nella costruzione di uno spazio economico unitario di fronte alla permanenza dei controlli nazionali alla mobilità dei beni e delle persone ? si ricordi il dibattito sulla sospensione degli accordi di Schengen ? sono esempi eclatanti, richiamati nel libro, della persistenza dei vecchi confini e delle logiche statuali.
Il quadro dei rapporti politico-territoriali in Europa non comprende però le sole ?cicatrici della storia? (p. 149): il volume riporta anche alcuni casi di cooperazione transfrontaliera accennando al contributo delle Euroregioni per il riavvicinamento dei confini lacerati da storiche divisioni. Emblematica a tal proposito è l’Euroregione formata a cavallo del Brennero, che ricostituisce il ?Tirolo storico? ricomponendo l’annosa rivalità tra Italia e Austria. Tuttavia, resta evidente come numerose barriere, tra le quali anche quelle psicologiche, continuino a lacerare l’Unione europea sia all’esterno che all’interno: non ultima la linea italo-slovena, considerata uno dei confini relitti da superare.
Il libro si rivela dunque particolarmente efficace nel rappresentare i muri, fisici o immateriali, tuttora esistenti nel continente europeo e sovente dimenticati, ma il suo contributo è altrettanto significativo laddove se ne tragga uno stimolo a dare nuovi significati alla costruzione dell’Europa unita.

Laura Grazi