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Emanuele Pagano – Enti locali e Stato in Italia sotto Napoleone. Repubblica e Regno d’Italia (1802-1814) – 2007

Emanuele Pagano
Roma, Carocci, 325 pp., Euro. 28,50

Anno di pubblicazione: 2007

A più di un decennio dalla prima edizione del volume Il Comune di Milano nell’età napoleonica (1800-1814), datata 1994, l’a. riunisce in un’opera monografica alcuni saggi inediti ad altri già pubblicati, ora rielaborati e aggiornati. Elemento unificante è lo studio degli enti locali, di livello comunale e provinciale, e dei loro rapporti con le istituzioni statali, centrali e periferiche, durante la Repubblica e il Regno d’Italia. Della precedente ricerca, dedicata alla capitale ambrosiana, il nuovo sforzo investigativo recupera non solo la lettura istituzionale, in una riuscita tensione dialettica tra dimensione locale e statale, ma anche il rigore metodologico, che attraverso il puntuale utilizzo di un’inedita documentazione archivistica consente di ricostruire, oltre all’imprescindibile quadro normativo, l’effettiva pratica amministrativa di enti territoriali «minori», in un proficuo scambio disciplinare tra storia delle istituzioni politiche, storia del diritto, storia economica e statistica.Dopo aver compendiato il contesto costituzionale entro cui si snoda il processo di costruzione e di consolidamento degli apparati burocratici di uno stato amministrativo esemplato sul modello francese postrivoluzionario, l’attenzione si concentra su quegli organi del governo centrale cui, nell’ambito di un processo di razionalizzazione e di centralizzazione, furono affidati i controlli amministrativi sugli enti locali e, in particolare, sull’organizzazione, l’attività e gli uomini di una delle camere componenti il Consiglio di Stato, il Consiglio degli uditori. La prima delle tre parti in cui è diviso il libro si chiude con la descrizione della nascita e dell’evoluzione dell’istituto provinciale, quindi dell’introduzione delle circoscrizioni francesi, i dipartimenti. Alla politica fiscale e finanziaria delle città – tema di grande interesse, troppo spesso trascurato dalla storiografia – è dedicata la seconda parte del lavoro, mentre la terza si occupa della vita amministrativa nell’Italia rurale (in realtà ai soli casi di Abbiategrasso e Campione, rispettivamente Comuni di seconda e di terza classe).L’insieme dei Comuni considerati non può, né probabilmente vuole, rappresentare un vero e proprio campione. È certo però che i casi trattati contribuiscono a offrirci un quadro dettagliato della vita amministrativa municipale nel periodo napoleonico. Quel che manca è semmai un tentativo di definire e caratterizzare una tipologia dell’ente locale italiano nel periodo francese. Di ciò l’a. offre motivazioni non del tutto persuasive, richiamando, da un lato, la presenza in tutto il testo di «quel tanto di spiegazione e di interpretazione che le fonti [?] parevano consentire», dall’altro lato, «un tratto costitutivo della ricerca storica: quello di non sopportare conclusioni definitive, esegesi ufficiali e perenni, che fatalmente si traducono in vulgate di regime» (p. 14).

Elisabetta Colombo