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Emilio Gentile – Fascismo. Storia e interpretazione – 2002

Emilio Gentile
Roma-Bari, Laterza, pp. 206, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2002

L’ultima fatica di Emilio Gentile raccoglie una serie di scritti già composti dall’autore nel corso degli anni, fra il 1973 e il 1996, più due interventi in forma di capitoli originali e una nota conclusiva, anch’essa scritta appositamente per l’occasione. Il tema però è unico: la riflessione, come denuncia chiaramente il titolo del libro, attorno alle caratteristiche del fenomeno del fascismo italiano, nel tentativo di fornire un contributo alla definizione, fortemente incentrata sulla sua natura politica e sui tratti specifici della sua ideologia. Il volume risulta così una messa a punto dello stato a cui è finora pervenuta la riflessione di Gentile (e se ne apprezzerà l’utilità, poiché ci consente di valutarne per dir così in un colpo d’occhio il suo intero sviluppo e la sua stringente coerenza) e, nello stesso tempo, costituisce anche un punto interpretativo assai stimolante e originale.
Il libro è diviso in due parti distinte. Nella prima Gentile ci introduce alla storia e all’interpretazione del fascismo, delineandone per sommi capi la nascita e lo sviluppo e propone la propria definizione del fenomeno a partire dalle dimensioni organizzative, culturali e istituzionali. Nella seconda parte in modo più disteso ripercorre le varie tappe nelle quali egli ha esposto la propria visione del fascismo italiano, concentrando l’attenzione sull’ideologia in quanto concezione dello Stato totalitario; ponendo in rilievo i motivi per i quali il fascismo è da lui considerato un fenomeno rivoluzionario; evidenziando la forza del mito di Mussolini e del duce, entro le dinamiche del movimento e del regime, stando bene attento a mostrare l’irriducibilità del fascismo al ?mussolinismo?; ponendo infine in luce il ruolo del Partito nel tentativo di condurre avanti l’esperimento totalitario. Centrale a tale scopo risulta l’analisi del fascismo in quanto ?religione politica? e quindi la disamina del significato, fondante per il regime, dei miti, riti, simboli della ?religione fascista?. La conclusione non può essere, coerentemente con le premesse, che quella secondo la quale il fascismo italiano fu senza dubbio una delle prime, significative manifestazioni della ?sacralizzazione della politica?, incarnatasi nell’ansia del tutto inedita e ?moderna? di costruire la realtà dell’?uomo nuovo?, dell’?italiano nuovo?, posto al centro della politica del totalitarismo fascista in quanto suo obiettivo essenziale. Un totalitarismo, è questa la conclusione dell’autore, che per il semplice fatto di aver incontrato non pochi ostacoli sul suo cammino ed essere sostanzialmente fallito nei suoi scopi, non può perciò che essere riconosciuto come il leitmotiv ispiratore della politica mussoliniana e del PNF. Il libro di Gentile si colloca dunque in una linea ben diversa da quella cosiddetta della ?defascistizzazione del fascismo?. Del regime fascista italiano afferma piuttosto con forza le peculiarità; ne rivendica l’originalità rispetto ad altre esperienze totalitarie, attribuendo alla politica fascista una tensione totalizzante senza la quale ogni interpretazione di questa prima ?religione della politica? del XX secolo sarebbe del tutto manchevole.

Bruno Tobia