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Emilio Gianni – L’Internazionale italiana fra libertari ed evoluzionisti. I Congressi della Federazione Italiana e della Federazione Alta Italia dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, 1872-1880, – 2008

Emilio Gianni
Genova, Pantarei, 754 pp., euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il ritorno ai temi un tempo molto praticati e poi precipitosamente abbandonati delle forme aurorali delle organizzazioni rivendicative e politiche dei lavoratori italiani, che questo volume propone, mi sembra da salutare con grande approvazione. Convegni internazionali recenti – come quello parigino dedicato, nel febbraio 2009, a M. Rebérioux – ne hanno verificato la vitalità. La cosiddetta Prima Internazionale, con le sue strutture organizzative precarie, coglie i mondi in cui i gruppi aderenti si sono mossi nelle loro differenze: di sviluppo economico, di formazione dei gruppi dirigenti nazionali, di culture politiche. Una storia sociale di queste esperienze è oggi possibile e alcune suggestioni anche lontanissime di ricerche abbozzate da Leo Valiani sulle reti internazionali del movimento socialista e sugli scioperi milanesi e torinesi del 1872 ritrovano da questo punto di vista un nuovo interesse. L’ambizione di Gianni, alimentata dall’esigenza di tracciare una genealogia di quella che gli appare la costante immaturità del movimento comunista in Italia, è quella di isolare dal brulichio di quelle esperienze alcune voci marxiste gravide d’avvenire. Ma la parte più interessante del volume è quella prosopografica che riprende il precedente lavoro dello stesso a., Liberali e democratici alle origini del movimento operaio italiano (Genova, Pantarei, 2006). Idizionari biografici finora pubblicati in euro pa sono stati lavori collettivi, e uno dei più recenti è quello dedicato agli anarchici, molto presenti nel lavoro che stiamo esaminando. Gianni ha intrapreso un lavoro eroicamente individuale, eppure solidamente costruito. Molti interrogativi si affacciano proprio da un confronto col dizionario curato da M. Antonioli, G. Berti, S. Fedele e P. Iuso. Gianni conferma il radicamento dei libertari soprattutto in ambienti dove la formazione sociale capitalistica non aveva ancora «satellizzato» i rapporti di produzione tradizionali, mentre il Dizionario biografico degli anarchici italiani sottolinea la loro estraneità al mondo rurale e la forte presenza di salariati – con un significativo radicamento fra minatori e cavapietre – e di artigiani poveri. Questa distinzione potrebbe dipendere da un uso diverso della terminologia e anche dalla difficoltà di stabilire in base alle sole informazioni di polizia di cui disponiamo l’esatta posizione professionale e di mestiere dei militanti. La ricerca di Gianni conferma la precoce affermazione, nell’area milanese e lombarda, delle forme associative e organizzative che caratterizzeranno il socialismo milanese, nelle sue componenti riformista e «operaista». Tuttavia gruppi anarchici non riconducibili solo all’Usi operano nella stessa area nei quattro anni decisivi fra il 1918 e il ’22 e il dizionario degli anarchici conferma la relativa importanza di questa presenza. Questioni di cicli del mutamento nelle biografie e nelle vicende collettive: aver riproposto tali interrogativi e fornito materiali per riflettere su di essi raccomanda alla lettura questo testo appassionato, che ci restituisce quelle scelte con una narrazione vivacemente contemporanea.

Maria Grazia Meriggi