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Ennio De Simone – Storia economica. Dalla rivoluzione industriale alla rivoluzione informatica – 2006

Ennio De Simone
Milano, FrancoAngeli, 277 pp., euro 17,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il ridisegno dei curricula universitari ha portato anche nel campo della storia economica ad una rinnovata fioritura in campo manualistico. Quasi dappertutto sono stati riorganizzati i programmi, modulandoli sulle nuove esigenze dei vari corsi. Questo ha portato con sé anche il bisogno di proporre agli studenti ? in gran parte dei primi anni in facoltà di Economia ? saggi nuovi, maggiormente rispondenti ai nuovi obiettivi e ai mutati contesti di studio. Di qui il numero elevato ? come non era mai stato in anni passati ? di libri nuovi di sintesi e di introduzione alla storia economica. L’altra novità, non di poco conto, consiste nel fatto che gli autori sono soprattutto italiani, quando viceversa a lungo ovunque aveva prevalso l’adozione di testi di studiosi stranieri debitamente tradotti. Il volume di Ennio De Simone, docente presso l’Università del Sannio, si inserisce in questa tendenza, che va consolidandosi e che fondamentalmente rispetta una mainstream interpretativa in ambito storico-economico largamente accettata. Da questo punto di vista gli storici economici, più attaccati alla tradizione storiografica di derivazione britannica, appaiono più impermeabili rispetto al bisogno di rilettura e di sottolineatura del secolo ventesimo sentito dagli storici contemporanei a partire dalla celebre definizione di Hobsbawm di «secolo breve». Suddividere gli ultimi tre secoli sulla base delle altrettante rivoluzioni che si sono succedute rappresenta tuttora un modo convincente per insegnare la storia economica. Un simile schema tripartito, che si snoda per scansioni ormai assodate, permette il rispetto e la comprensione delle grandi svolte sia in termini di eventi sia di processi e soddisfa alle aspettative di completezza, che un manuale ingenera. Calcare la mano poi sul momento del cambiamento profondo, della trasformazione radicale, che il termine «rivoluzione» esprime, rafforza l’impostazione prescelta. Il volume di De Simone in questo senso non tradisce le attese, affidando alla rivoluzione industriale sette-ottocentesca la paternità di spartiacque fra la storia moderna e quella contemporanea. Costruito con intenti didattici, coglie nel segno in quanto a chiarezza ed esaustività, ma riproduce una caratteristica, discutibile per chi scrive queste brevi note, già presente in molti altri testi di questo genere. Quella cioè di destinare all’ultimo sessantennio uno spazio decisamente sottostimato rispetto alle epoche precedenti. Se è condivisibile l’opinione che il restringersi della sedimentazione della riflessione storica spinge a considerare differentemente i fatti più vicini a noi, secondo molti addirittura sottraendoli alla lente d’ingrandimento dello storico, appare altrettanto fondato il timore che far coprire l’intera seconda metà del Novecento da un sesto soltanto delle pagine del libro rischi di non dare a chi legge un’idea adeguatamente ponderata dei tre secoli studiati.

Andrea Giuntini