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Enrica Di Ciommo – I confini dell’identità. Teorie e modelli di nazione in Italia – 2005

Enrica Di Ciommo
Roma-Bari, Laterza, pp. 199, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2005

Docente di Storia contemporanea all’Università di Bari, Enrica Di Ciommo si è messa in luce con alcune ricerche sulla storia dell’urbanistica nel XIX e XX secolo e sulla questione nazionale durante il 1848. A quest’ultimo tema di ricerca è dedicato anche questo studio, nel quale l’autrice analizza e ricostruisce il discorso relativo alla questione nazionale durante il Risorgimento. Sebbene non vengano presi in esame i recenti contributi dedicati al successo o al fallimento del processo di costruzione della nazione in Italia, il libro offre un’approfondita disamina delle teorie e dei modelli più importanti, anche se non fornisce un quadro esaustivo, come riconosce la stessa autrice. Partendo dall’ipotesi che un sentimento nazionale più ampiamente diffuso non sia stato la base, ma il prodotto della nascita dello Stato nazionale, l’analisi comincia dalla fine dell’epoca napoleonica. Dato che le decisioni sull’Italia prese al congresso di Vienna furono sentite come deludenti dagli italiani di orientamento liberale o repubblicano, l’obiettivo politico di questi ultimi divenne la costruzione di uno Stato nazionale indipendente. Tuttavia i pareri restavano discordi su come questo Stato nazionale sarebbe potuto nascere e su quale configurazione avrebbe potuto assumere. In maniera esauriente Di Ciommo analizza le idee politiche presenti nei vari schieramenti. Degli autori più significativi vengono tracciate anche brevi biografie, accompagnate da una più approfondita analisi dei rispettivi contributi storico-filosofici, giuridici e/o politici. L’autrice assegna un grande valore alla prospettiva europea, poiché gli intellettuali italiani del Risorgimento tentarono sempre di definire la propria posizione in comparazione con gli Stati europei confinanti, riconoscendo i propri limiti e mettendo in evidenza i propri punti di forza. In particolare sono oggetto di analisi le idee e i modelli di Ugo Foscolo, Pietro Colletta, Giuseppe Pecchio, di nazionalisti conservatori come Cesare Balbo, di Giacomo Leopardi, che doveva esercitare una forte influenza sulla gioventù di sentimenti repubblicani, di Gian Domenico Romagnosi, fino ai radicali democratici come Giuseppe Mazzini e a Vincenzo Gioberti con il suo ideale neoguelfo. In questi ambiti l’identità nazionale veniva invocata sulla base del passato splendore, negata sulla base di una mancanza di civiltà, immaginata secondo modelli statuali federalistici o centralistici, o evocata per mezzo di una lingua unitaria. Sempre e comunque erano ritenute necessarie delle riforme intellettuali e morali. Il contributo di Di Ciommo sul discorso risorgimentale attorno alle idee di nazione si rivela di grande utilità anche per la didattica universitaria perché, oltre a essere una buona sintesi, è sorretto da una felice scrittura che ne rende piacevole la lettura anche a un pubblico di non specialisti.

Gabriele B. Clemens