Cerca

Enzo Sereni ed Emilio Sereni – Politica e utopia. Lettere 1926-1943, a cura di D. Bidussa e M.G. Meriggi – 2000

Enzo Sereni ed Emilio Sereni
La Nuova Italia, Firenze

Anno di pubblicazione: 2000

Il volume raccoglie il carteggio dei due fratelli Sereni, uniti inizialmente da un forte impegno sionista e dal sogno di una Palestina stato autonomo e binazionale: nel 1927 Enzo (nato nel 1905) partì per la Palestina ed Emilio (nato nel 1907) completò la tesi di laurea in economia rurale a Portici su “La colonizzazione agricola ebraica in Palestina”. Le lettere documentano da una parte il progressivo distacco di Emilio dal sionismo, con la sua adesione al Pcd’I e il sempre maggior coinvolgimento nella militanza comunista; dall’altra l’evoluzione dell’esperienza di Enzo in Palestina: prima la creazione di un’azienda agricola poi le difficoltà politiche connesse all’inasprirsi del conflitto fra arabi ed ebrei.
I due fratelli si impegnano in modo differente ma totale nella lotta antifascista. Emilio passerà alcuni anni in prigione e poi emigrerà in Francia; Enzo – che dalla Palestina discute con il fratello economista agrario del suo progetto di sionismo in cui ha grande parte l’idea della rigenerazione attraverso l’attività agricola – più tardi, deluso dalle vicende palestinesi, andrà in Egitto a dirigere “il Corriere d’Italia” per poi essere paracadutato in Italia, essere arrestato e deportato a Dachau dove morirà nel novembre del 1944.
Lo sfondo è una storia di famiglia inserita nell’ambiente conservatore dell’ebraismo romano: un mondo sostanzialmente ostile al sionismo e in cui solo una minoranza lavora attivamente nella resistenza al fascismo. Legato ai Sereni, appare in controluce un piccolo gruppo di giovani intellettuali – fra tutti specialmente Manlio Rossi Doria – che progressivamente confluirono nell’esperienza comunista.
La prigionia di Emilio, le difficoltà di comunicazione, la lontananza ideologica faranno progressivamente prevalere uno scambio di informazioni più di carattere familiare che politico. Sono documenti interessanti sia per la storia dell’ebraismo italiano e del sionismo sia per la storia del Partito comunista. Prevale tuttavia la vicenda umana di due itinerari personali che si divaricano drammaticamente, sullo sfondo della lotta antifascista. Un allontanamento che non è una rottura affettiva ma che, sul piano delle idee, appare definitivo e incolmabile. Se Emilio aderirà in modo totale alla politica comunista nella versione staliniana, Enzo pare avvicinarsi ad idee liberalsocialiste.
L’Introduzione al volume, di David Bidussa, inquadra assai bene il carteggio nella storia personale dei due protagonisti, ricostruendo di entrambi lo sviluppo delle idee sulla questione agraria, sul sionismo seguendo Emilio che ha un atteggiamento positivo sulla creazione dello stato di Israele e una posizione filonasseriane e antiisraeliana nel 1967. Qualche dubbio invece sulle note di Maria Grazia Meriggi: molti dei personaggi non identificati sono identificabili (per esempio il Bruno Z. non identificato non sarà il Bruno Zevi di cui pure si parla nel carteggio?) e non è utilizzata parte della rilevante bibliografia di riferimento (ad esempio la biografia di Enzo di Ruth Bondy).

Giovanni Levi