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Enzo Traverso – La violenza nazista. Una genealogia – 2002

Enzo Traverso
Bologna, il Mulino, pp. 193, euro 11,80

Anno di pubblicazione: 2002

Auschwitz appare oggi al pensiero storico come ?espressione di una crisi di civiltà [?] in quanto momento rivelatore delle sue aporie, del suo potenziale distruttivo. Lo sterminio è apparso come uno dei volti della civilizzazione stessa, quando il contro- illuminismo si è alleato alla scienza, al progresso tecnico e industriale, al monopolio statale della violenza, alla razionalizzazione delle pratiche del potere? (p. 9). Il nazismo, benché fatto unico e profondamente radicato nella storia tedesca, ?esige l’adozione di una prospettiva al contempo diacronica e comparativa?. I campi di concentramento e di sterminio richiedono che si studi ?l’irriducibile singolarità dell’evento?; ma al tempo stesso ?la trama complessa che la legano ai ?tempi lunghi’ della storia?.
Con questo denso saggio Traverso contesta la tendenza ad espellere i crimini del nazismo ?dalla traiettoria del mondo occidentale?. Indica come illegittime tanto le diagnosi apologetiche di Nolte quanto quelle di Furet, fondate sull’anticomunismo liberale, quanto quelle di Goldhagen, che vede nel nazismo una patologia tedesca. Traverso argomenta che ?il nazismo non si riduce al rigetto della modernità politica e al contro-illuminismo?; ricerca ?l’ancoraggio profondo del nazismo, della sua violenza e dei suoi genocidi, nella storia dell’Occidente, dell’Europa del capitalismo industriale, del colonialismo, dell’imperialismo, della rivoluzione scientifica e tecnica? del XIX secolo che conclude la sua storia ?nei campi di battaglia della prima guerra mondiale? (p. 22).
Il suo saggio, denso e originale, sullo sfondo di studi che hanno posto l’accento su ?le ombre dell’Europa? (Mark Mazower). Chiama in causa la disumanizzazione tecnica della morte, esemplificata dalla ghigliottina, accosta tra loro la razionalizzazione delle funzioni nella fabbrica, nelle carceri, nei campi di sterminio. ?Ciò non significa [?] che l’assassinio sia inerente al sistema industriale, ma indica come nel capitalismo industriale sia presente una premessa tecnica essenziale della violenza nazista? (p. 52). Tutto il saggio è percorso dall’acuta coscienza che il carattere unico dello sterminio nazista ?non dovrebbe tuttavia occultare questa filiazione più antica che fa dello sterminio nazista il coronamento e la sintesi di un lungo processo storico iniziato alla fine del XVIII secolo? (p. 57). Nello stesso albero genealogico si collocano l’imperialismo, la colonizzazione e le guerre coloniali, paradigma della conquista nazista a Oriente; ed infine la guerra totale, matrice della ?morte anonima di massa?, che apre l’era della ?disumanizzazione razzista del nemico? (p. 112) e dell’imbarbarimento della vita politica. La ricerca si fonda sull’esplorazione dei risultati degli studi che hanno rovesciato ogni ottimistica visione del progresso occidentale e hanno indicato gli aspetti problematici e l’ambigua faccia nascosta dei trionfi materiali e della cultura dell’Europa; raccoglie tutti gli spunti che gli permettono di tracciare non un semplicistico processo teleologico, che nel nazismo trovi il suo compimento, ma gli elementi di terrificanti potenzialità, che nel nazismo hanno avuto la loro realizzazione.

Luigi Ganapini