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Eravamo come voi. Storie di ragazzi che scelsero di resistere

Marco Rovelli
Roma-Bari, Laterza, 256 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2015

Il volume è opera del prolifico e poliedrico a. e musicista Marco Rovelli. Come è intuibile dallo stesso titolo, si tratta di una raccolta di storie di vita di uomini e donne protagonisti della Resistenza in Italia. Il lavoro è stato condotto dall’a. a partire da contatti personali, professionali e familiari, da cui si è dipanato un vero e proprio percorso di ricer- ca dei testimoni e delle loro relative vicende nelle file partigiane, poi finiti nel libro.
Attraverso memorie raccolte e raccontate con tono diretto e colloquiale, l’a. ha volu- to restituire un’immagine non retorica della guerra partigiana, mettendo in luce la dimen- sione quotidiana e personale che è presente dietro ogni storia narrata in queste pagine.
Pur essendo diviso in differenti sezioni con proprie caratteristiche tematico-terri- toriali, attraverso cui si snodano differenti vicende che attraversano tutta l’Italia centro- settentrionale nel biennio 1943-1945, i fuochi del libro sembrano essere ben piantati in due specifiche aree, la Val d’Ossola e la provincia di Massa-Carrara, territori, questi, che tornano a più riprese non solo nelle parti specificamente a esse dedicate all’interno del volume.
Il libro ha un evidente e non celato tono impegnato, coerente con la produzione precedente dell’a. Sicuramente questo volume è legato a una serie di sue precedenti pub- blicazioni, caratterizzate con la definizione di narrazioni sociali.
Un filo comune che unisce tutte le testimonianze presenti all’interno del volume, sep- pur nella eterogeneità delle esperienze e dei vissuti, è la volontà di comunicare la giustezza della propria scelta resistenziale, il valore periodizzante che tale scelta sembra aver avuto in tutte le esistenze dei testimoni che hanno scelto di raccontarsi, il significato esemplare delle loro storie di ragazzi cresciuti nella quotidianità dell’Italia di più di settanta anni fa, normali come i giovani di oggi a cui vorrebbero far conoscere le loro memorie.
Il lavoro non ha pretese storiografiche o interpretative. Al di là della volontà di dare un valore di «esemplare normalità» delle storie raccolte, va, però, sicuramente dato atto all’a., o almeno questo suggerisce la lettura, di non avere voluto forzare i testimoni, lasciando, con tatto e sensibilità, spazio al racconto personale. Ai ragazzi che scelsero di re- sistere è stata lasciata la libertà di raccontare nel modo da loro considerato più confacente la propria esperienza partigiana, ricordandone gli aspetti ed episodi da loro giudicati più salienti, e di contestualizzare e pesare il ruolo che questa scelta ha avuto nelle loro esisten- ze. Un merito che rende il volume interessante anche per un pubblico di professionisti della ricerca storica.
Mario De Prospo

Mario De Prospo