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Ernesto Balducci – Diari 1940-1945, tomo I, 1940-1943 – 2002

Ernesto Balducci
a cura di Maria Paiano, Firenze, Leo S. Olschki, pp. CVI-316, euro 41,00

Anno di pubblicazione: 2002

La pubblicazione dei diari di padre Ernesto Balducci rientra in un’ampia attività di catalogazione e studio sulla figura dello scolopio fiorentino che da anni la fondazione a lui dedicata ? sotto la direzione scientifica di Bruna Bocchini Camaiani ? sta lodevolmente portando avanti. Del resto l’attenzione per il periodo conciliare e per i protagonisti di quella importante esperienza della Chiesa contemporanea, ha portato gli storici a investigare sul percorso formativo e sulle scelte intraprese da molti di quegli uomini che fortemente hanno voluto ed hanno agito per il rinnovamento del mondo cattolico. Balducci era senz’altro uno di questi, e soprattutto attraverso la rivista ?Testimonianze? ? pubblicata dal 1958 ? seppe dar voce alle istanze di chi voleva una Chiesa più vicina alla gente ma soprattutto più sensibile ai problemi degli ?ultimi? della terra.
Il volume ora pubblicato riguarda gli anni dal 1940 al 1943, durante i quali il giovane studiò presso il seminario romano, immerso in un processo di formazione e in letture che lo avrebbero fortemente condizionato negli anni successivi. Come suggerisce la curatrice del libro nella sua ricca e documentata Introduzione, il diario di questo intelligente seminarista può rappresentare una fonte di estremo interesse per la storiografia religiosa contemporanea, perché documenta la formazione che veniva impartita ai ragazzi nei seminari italiani che a partire da Pio X avevano assunto un ruolo importante nella risposta data dalla Chiesa di Roma ai processi di secolarizzazione in atto nella società contemporanea. In particolare poi, gli anni della guerra rappresentavano un periodo particolarmente significativo per la cultura del clero che, dopo le troppo frequenti compromissioni con il regime fascista, era ora alla ricerca, sotto il pur discutibile pontificato di Pio XII, di una ridefinizione del proprio ruolo.
Dalla lettura del diario di Balducci risulta evidente il disagio del giovane nei confronti degli orientamenti formativi voluti dai superiori, che imponevano il primato della disciplina sullo studio. Con puntualità il ragazzo registrava e commentava le sue letture, raccontava i suoi incontri e i suoi scambi di idee con i compagni di seminario. E proprio dalla consapevolezza delle preziose informazioni che si possono trarre da questo scritto nasce l’unico appunto che si deve fare ad un lavoro così accurato: la mancanza dell’indice dei nomi, strumento utile e forse indispensabile per cogliere appieno, già da una veloce scorsa, il valore della pubblicazione.

Daniela Saresella