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Ester Capuzzo – Gli ebrei italiani dal Risorgimento alla scelta sionista – 2004

Ester Capuzzo
Firenze, Le Monnier, pp. X-174, euro 13,50

Anno di pubblicazione: 2004

Il titolo dell’ultimo libro di Ester Capuzzo non tragga in inganno. Non si tratta di un’agile monografia sulla storia degli ebrei italiani in età contemporanea, ma di una semplice raccolta di saggi ordinati secondo un criterio cronologico ? dalla Restaurazione alla nascita dello Stato d’Israele ? la maggioranza dei quali già pubblicati, con titoli diversi e un apparato bibliografico più snello, fra il 2003 e il 2004.
La prima parte del libro, composta di quattro capitoli, affronta il tema della partecipazione ebraica alla costruzione della nazione e del rapporto, dal punto di vista giuridico-normativo, fra Stato liberale e minoranze religiose. Al centro degli ultimi due capitoli, dedicati alla storia del Novecento, sono i temi dell’antisemitismo, della persecuzione e della crisi d’identità che segna, dopo la tragica cesura della Shoah, gran parte dell’ebraismo italiano ed europeo determinando una riscoperta delle radici collettive e un progressivo recupero dei tratti distintivi ? religiosi, familiari, e più ampiamente culturali ? della tradizione ebraica. Un processo che favorirà, nel secondo dopoguerra, l’adesione di molti ebrei italiani alla ?scelta sionista?, incrementando l’emigrazione verso Israele. Due soltanto (dei sei che scandiscono il libro) sono saggi inediti, disomogenei anch’essi, come il resto del volume, nel contenuto e nel taglio: il primo, Mazzini e l’ebraismo italiano, si sofferma, nelle intenzioni di Capuzzo, sui contenuti politico-culturali del nesso tra emancipazione ebraica e Risorgimento; il secondo, Dallo Statuto albertino alle leggi razziali, si concentra sulla svolta antisemita del regime, misurandosi con argomenti di carattere giuridico-istituzionale più consoni alla formazione e all’esperienza dell’autrice.
Nel complesso il volume ci è parso slegato, documentato ma scarsamente analitico. Il nodo dell’identità confessionale ed etnica dell’ebraismo, in rapporto alla definizione di un’identità nazionale che implicava un processo di rifondazione e rigenerazione politica quanto civile (fondata sulla valorizzazione dei principi di unità culturale, etnica e territoriale della nazione), è toccato solo in superficie. Esso non viene adeguatamente discusso e problematizzato, trascurando le ambiguità del nesso emancipazione/rigenerazione, i motivi di potenziale contrasto e gli elementi di circolarità che, transitando da un versante culturale all’altro, confluivano nel discorso patriottico risorgimentale. L’autrice ripropone, nella dettagliata contabilità della partecipazione ebraica ai moti risorgimentali, la tesi di una felice integrazione dell’ebraismo italiano nella compagine nazionale, assumendo come dati acquisiti il processo di assimilazione sociale e culturale della minoranza e la frattura epocale segnata dalle leggi razziali del ’38. I complessi rapporti tra nazionalismo, sionismo, razzismo, colonialismo ed antisemitismo che precedono tale frattura ? evocati nelle pagine che l’autrice, nel corpo del quarto capitolo, dedica all’impresa di Libia e all’atteggiamento ebraico verso la politica coloniale italiana (pp. 105-107) ? restano, e ce ne duole, sostanzialmente inesplorati. Il libro, articolato dunque in brevi saggi di sintesi, è arricchito da un’utile e aggiornata bibliografia.

Barbara Armani