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Eugenio Capozzi – Il sogno di una costituzione. Giuseppe Maranini e l’Italia del Novecento – 2009

Eugenio Capozzi
Bologna, il Mulino, 443 pp., euro 32,80

Anno di pubblicazione: 2009

Studioso delle costituzioni e dei regimi politici, Giuseppe Maranini si era formato, all’inizio del ’900, in area emiliana, in un ambiente carico di tensioni sociali e di spiriti innovatori, tra la fine dell’età giolittiana e l’avvento del fascismo. Nella sua educazione sentimentale e intellettuale molto dovette contare lo spettacolo, traumatico, della fine dell’Italia risorgimentale negli anni convulsi a cavallo della Grande guerra. Questa esperienza lascerà una traccia indelebile nella sua vita e avrà un ruolo decisivo nell’orientare la sua ricerca politica e giuridica. Il tema dell’ordine in particolare, e per converso delle minacce costantemente in agguato, nei processi di trasformazione costituzionale, alla stabilità dei regimi politici; insieme ad una fedeltà mai rinnegata agli ideali della moderna statualità italiana, rappresentano la chiave di una riflessione intellettuale di grande rilievo nella storia dell’Italia novecentesca, che si nutre di un legame profondo e vissuto con il pensiero del proprio tempo: dall’antiparlamentarismo di fine ’800 e dalla riflessione sulle élites politiche di Gaetano Mosca, al socialismo riformista emiliano, al nazionalismo e al fascismo, fino al liberalismo anglosassone.Maranini ha attraversato buona parte del secolo e dei suoi trapassi politico istituzionali. Il suo sguardo di studioso non è mai andato separato da una forte volontà di incidere su quei trapassi e sulla loro direzione. Ha assistito alla crisi del liberalismo; come professore universitario, nella fascistissima Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia, ha fatto parte della nuova leva di giovani intellettuali impegnati, nel corso degli anni ’30, a pensare l’impianto del regime mussoliniano. Con l’avvento della Repubblica, la sua riflessione sulla nuova Costituzione ha alimentato, da posizioni ideologiche non conformiste, il dibattito che ha accompagnato la stagione centrista e la nascita, all’inizio degli anni ’60, del centro-sinistra, nel costante sforzo di fornire alla incerta democrazia italiana una costituzione armonica.A questa figura, l’a. dedica un libro di notevole valore storiografico, che ricostruisce puntualmente, e con costante riferimento al mutare del contesto storico-politico, l’evoluzione, complessa e non priva di oscillazioni, del pensiero del giurista. Di particolare interesse sono le pagine che dedica alla ricostruzione della polemica che, a partire dalla seconda metà degli anni ’50, oppose Maranini al gruppo del «Mondo» ed in particolare a De Caprariis. In quelle pagine Capozzi delinea un capitolo della storia degli intellettuali italiani della seconda metà del ’900 di grande interesse e di grande attualità. La crisi di legittimità dei partiti, il tema dello Stato e il mito della società civile sono già tutti in quella discussione.Il libro si segnala ancora per la sensibilità con cui l’a. vi ricostruisce la vicenda biografica di Maranini. Ne viene fuori il ritratto di un intellettuale non conformista che attraversa la vicenda politica italiana del ’900, i suoi regimi politici e che non riesce mai a sentirsi veramente parte del proprio tempo.

Adolfo Scotto di Luzio