Cerca

Fabio Gallina – Le isole del purgatorio. Il conflitto delle Falkland-Malvinas: una storia argentina – 2011

Fabio Gallina
Verona, Ombre Corte, 397 pp., Euro. 29,00

Anno di pubblicazione: 2011

Sembra difficile credere che gli animi degli argentini, nei primi anni ’80, si siano incendiati per un pugno di rocce in mezzo all’oceano, abitate prevalentemente da pinguini e di dubbio valore in termini di risorse energetiche. Eppure l’importanza del conflitto attorno alle Falkland-Malvinas, circoscritto in poche settimane nell’aprile del 1982, trascende decisamente le piccole dimensioni. Gallina elabora originali chiavi di lettura dalle quali analizzare la guerra, che accende un vivace dibattito internazionale, sollevando questioni di identità, sovranità e appartenenza molto rilevanti per un paese che, sin dai prodromi dell’indipendenza, s’interroga incessantemente sui confini, simbolici e reali, della nazione. Il testo propone un’acuta rivisitazione del nesso tra la sconfitta ad opera della Gran Bretagna e il collasso del regime militare, avvenuto alcuni mesi dopo e spesso riportato dalla storiografia come lineare conseguenza, quasi che lo smacco subito avesse automaticamente generato perdita di consenso e delegittimazione della giunta dei generali.Passata in rassegna la letteratura a carattere politologico e transnazionale sui diversi modelli di transizione alla democrazia, l’a. evidenzia quanto stretti possano essere, per il caso argentino, i margini di tali schemi. E non lo fa solo all’insegna di una diversa sensibilità disciplinare, quella storica, che pur attingendo dalle scienze politiche difende paradigmi più elastici, singolari e pluricausali di analisi di eventi e processi. Attraverso diverse tipologie di materiale – fonti e bibliografia riordinate e ricapitolate in appendice avrebbero magari facilitato maggiormente il lettore – l’a. tenta una vera e propria opera di decostruzione del senso e delle conseguenze precedentemente attribuiti alla sconfitta. Studioso delle forme di rappresentazione del potere in età moderna e contemporanea, Gallina analizza, talvolta un poco prolissamente, ma con grande abilità, il linguaggio di questo potere che cede gradualmente la presa e prepara il terreno alla sua successione. Le isole del purgatorio, appunto, rappresentano quel terreno di passaggio, espiazione e purificazione dalla «guerra sporca» – quella dei trentamila desaparecidos – alla «guerra pulita» e legittima. E anzi, nel martirio dei suoi eroi, ricompongono idealmente il corpo sociale, nel solco della costante metafora organicistica dominante nel linguaggio politico argentino. La guerra quindi non è vista come elemento di rottura e lacerazione tra i vari «corpi» della società, ma come ideale elemento di unione. Un’ipotesi, questa, che ritrova implicite conferme nel comportamento e nel linguaggio di diversi soggetti sociali, analizzati per tipologie, generi e generazioni. Gli esiliati, ad esempio, che a migliaia si arruolano all’estero per ribadire la loro partecipazione alla «comunità immaginata», non potendo rientrare in quella reale. O persino un gruppo simbolo di dissidenza al regime dei violenti, le madri di Plaza de Mayo, che nello slogan Las Malvinas son argentinas y los desaparecidos tambiénincarnano tutta la potente ambivalenza delle rappresentazioni del conflitto.

Benedetta Calandra