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Fabrice d’Almeida, Alceo Riosa (a cura di) – L’eloquenza politica nella società contemporanea. Francia e Italia a confronto – 2004

Fabrice d’Almeida, Alceo Riosa (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 248, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il ritorno a una prospettiva di storia politica intesa come storia della organizzazione dello spazio pubblico ha moltiplicato negli ultimi venti anni i filoni di indagine sui modelli dei linguaggi ? verbali, scritti, per immagini ? che contribuiscono a definire i codici della comunicazione nella società di massa. Le ricadute del linguistic turn filosofico e letterario non sono mancate sul piano storiografico, prevalentemente declinate nella direzione della stretta relazione tra linguaggio e realtà piuttosto che della assoluta autonomia del primo. In questa scia si sono collocati molti progetti di ricerca di carattere internazionale a partire da quello che ha viste coinvolte l’Université de Paris X-Nanterre, l’Ecole française de Rome e l’Università di Milano; i risultati ? in progress ? sono stati presentati in due convegni tenutisi nel 1998 a Nanterre e nel 1999 a Milano. Il volume in oggetto raccoglie gli atti di quest’ultimo e sceglie ? a differenza del precedente organizzato secondo scansioni cronologiche (i cui risultati sono in L’éloquence politique en France et en Italie de 1870 à nos jours, Ecole Française de Rome, 2001) ? una impostazione di taglio tematico e trasversale, scandita secondo tre grandi partizioni: l’argomentazione, l’oralità, il lessico. Ma tra i due volumi esiste un nesso imprescindibile: l’accezione di ?eloquenza politica?.
Nella prima sezione vengono presi in esami modelli di argomentazione molto distanti tra di loro e non necessariamente limitati alla comunicazione orale: da quello proprio dell’economia, a quello della politica estera e della diplomazia, a quello sindacale colto in un momento altamente simbolico come le manifestazioni del 1° maggio, fino alla questione della costruzione dell’unità europea. Nella seconda sezione sono le pratiche dell’oralità a essere al centro dell’attenzione: il saggio di d’Almeida mette a fuoco le profonde trasformazioni del rapporto imprescindibile oratore-uditorio: trasformazioni determinate dalla evoluzione delle tecnologie comunicative ? dal microfono alla radio alla televisione ? che accentuano tuttavia il rischio di una prevalenza della forma sul contenuto, del gesto e della parola d’ordine sull’argomentazione. Particolarmente efficace mi pare il contributo di Marco Gervasoni su Techniques de la propagande orale des socialistes français et italiens du début du XXe siècle, che coglie nel rapporto tra le due esperienze elementi di novità rispetto a una tradizione fino a quel momento ampiamente debitrice nei confronti della retorica classica ? da Cicerone a Quintiliano ? trasmessa attraverso gli studi classici e di diritto frequentati dalla maggioranza della classe politica. Nell’ultima sezione ? forse quella meno compatta dal punto di vista degli approcci al problema del linguaggio ? troviamo il contributo di Andrea Baravelli che analizza efficacemente il lessico legato all’esperienza bellica come spia delle strategie di legittimazione politica nel primo dopoguerra, e quelli più propriamente semantici legati alla introduzione-importazione di nuove parole in situazioni specifiche.

Emma Mana