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Fabrizio Fonte – Dal separatismo all’autonomia regionale. Storia dell’idea indipendentista siciliana nel XX secolo – 2010

Fabrizio Fonte
Soveria Mannelli, Rubbettino, 121 pp., Euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2010

Fabrizio Fonte è un giornalista trapanese appassionato di storia locale, autore di vari saggi dedicati al paese natio di Custonaci ed alla sua vita culturale e politica. Il volume si presenta come un saggio di taglio giornalistico, che ripercorre la storia dell’indipendentismo siciliano ben oltre la vicenda del Movimento per l’indipendenza della Sicilia nel dopoguerra. Secondo Fonte i capisaldi ideologici di quella breve, ma rilevante, esperienza della storia siciliana andrebbero ricercati in eventi remoti della storia isolana, dai Vespri, alle varie e differenti rivolte che ebbero luogo nell’800 (1812, 1820, 1848) fino a giungere a Luigi Sturzo ed alle sue riflessioni su «questione meridionale» e «regionalismo». Questa temperie politico-culturale, unita alle ingiustizie e vessazioni subite dall’isola durante l’età liberale e poi durante il fascismo, furono le molle della ribellione indipendentista del 1943. Secondo l’a. la concessione dello statuto di autonomia nel maggio 1946 sarebbe stata la conseguenza «dell’ennesima rinascita in una rilevante parte della popolazione di un acceso sentimento separatista» (p. 91). L’a. nel suo sforzo di sintesi trascura molta bibliografia essenziale – a partire da lavori essenziali di Salvatore Lupo e Rosario Mangiameli – e recepisce acriticamente alcuni popolari stereotipi storiografici. Così, per esempio, il rapporto centro-periferia nella Sicilia post unitaria si risolverebbe solo in una costante depredazione da parte dello Stato centrale o l’avanzata degli Alleati nel luglio-agosto 1943 sarebbe stata possibile solo in seguito ad un accordo con la mafia locale. Inoltre l’a. nel tentativo di ricostruire questa parabola «dell’idea indipendentista siciliana» finisce col mettere insieme contenuti spesso incoerenti tra loro o addirittura contraddittori. Così autonomismo, questione meridionale e indipendentismo o personaggi come Luigi Sturzo o Finocchiaro Aprile vengono collocati in unico indistinto calderone allo scopo di dimostrare la persistenza di un sentimento rivendicativo che ha come esito finale la nascita del Movimento indipendentista siciliano e la concessione dell’autonomia nel 1946. L’autonomismo, alla fine, diverrebbe quasi una variante dell’ideale separatista e non un disegno che si oppone a questo. La classe politica siciliana democristiana, comunista, socialista che fu protagonista di quella stagione cade così nel dimenticatoio e l’autonomia regionale sembra perdere ogni relazione con un disegno complessivo di decentralizzazione voluto dai costituenti, di cui le autonomie speciali sono indubbiamente parte.In conclusione ne viene fuori un quadro della storia siciliana artificioso ed incoerente che confonde concetti e protagonisti, una caricatura, finalizzata a dimostrare la persistenza nel lungo periodo di una idea indipendentista, che non convince. Il lavoro, ben lungi dal contribuire al dibattito storiografico, finisce per essere solo la spia di un contesto politico culturale in cui la rielaborazione storica è funzionale a progetti politici facilmente identificabili.

Andrea Miccichè