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Federalismo protestante e origini del liberalismo italiano. 1787-1848

Filippo Maria Giordano
Pubblicazioni del Comitato di Torino dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, n.s. XXXIX, Roma, Carocci, 198 pp., € 26,00

Anno di pubblicazione: 2014

L’a. si propone di indagare sugli apporti dati dalla tradizione e dal pensiero protestante allo sviluppo delle idee federaliste in Italia, valicando all’indietro e in avanti nel tempo i limiti temporali indicati nel titolo, e facendo ampio (e inevitabile) riferimento ai modelli federalisti americano e svizzero. Precisa tuttavia che il concetto di federalismo, come da lui utilizzato, non è semplicemente «una teoria dello Stato», quanto piuttosto «un fenomeno complesso, dinamico e interdisciplinare», focalizzato su di una «concezione pattizia» della vita associata (p. 14). Un’accezione così estesa di federalismo non gli consente però di distinguere poi con sufficiente chiarezza il nucleo federalista dal corpo molto più esteso del pensiero liberale, inducendolo a molteplici sovrapposizioni tra l’uno e l’altro, che non giovano alla limpidezza del lavoro. Quanto poi alla ricerca delle radici protestanti del federalismo italiano, che porta l’autore a spaziare, un po’ disordinatamente, dall’Italia «giacobina» al Sismondi e al circolo di Vieusseux, dal liberalismo moderato lombardo-piemontese e toscano al pensiero democratico di Cattaneo e Ferrari, dal dibattito sui progetti confederali prima e durante il ’48 alla tendenziale (ma tutt’altro che univoca) vena federalista dei valdesi del Piemonte, non viene chiarito a fondo in che senso e in che cosa il protestantesimo (della cui multiforme realtà all’epoca considerata l’a. tiene conto solo parzialmente) lasciasse la sua impronta sul federalismo italiano, o su una parte di esso: il che avrebbe forse richiesto una più puntuale ricerca sulla cultura, anche teologica, dei vari «protestantesimi» presi in considerazione. Ne deriva la conseguenza, riconosciuta «paradossale», che, a giudizio dell’a., l’«unico a corrispondere esattamente al modello [federalista] protestante» (p. 124), fu in Italia Carlo Cattaneo, il quale «riuscì a leggere e interpretare il federalismo senza l’ausilio della riflessione religiosa, ma solo attraverso una filosofia laica della libertà e l’osservazione attenta degli esempi concreti»; o che tra i più coerenti, e attivi, sostenitori di un federalismo coincidente con il modello adombrato dal Giordano viene, con buone ragioni, annoverato Pellegrino Rossi (pp. 126-136), destinato a diventare addirittura ministro di Pio IX.

Francesco Traniello