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Federico Niglia – Fattore Bonn. La diplomazia italiana e la Germania di Adenauer (1945-1963) – 2010

Federico Niglia
Firenze, Le Lettere, 185 pp., € 19,50

Anno di pubblicazione: 2010

Il libro ripercorre le relazioni tra Italia e Repubblica federale tedesca dal punto di vista della diplomazia italiana negli anni 1945-1963. Si articola in sei capitoli organizzati in base a un duplice criterio, cronologico e tematico, attraverso i quali l’a. riesce, anche grazie a un proficuo dialogo con la letteratura sull’argomento, a gettare nuova luce su quella che Gian Enrico Rusconi ha definito «forse una delle fasi più felici» della storia dei rapporti tra Italia e Germania. In particolare, prendendo le distanze da una storiografia che si è soffermata – comprensibilmente, tuttavia indugiando forse un po’ troppo – sulla fortunosa e per altri aspetti necessaria riconciliazione tra italiani e tedeschi all’indomani della seconda guerra mondiale, l’a. decide di far emergere soprattutto gli aspetti più conflittuali, sia oggettivi che soggettivi, connessi ai rapporti di cooperazione politica ed economica tra Roma e Bonn (capp. 1, 2, 3), al riarmo tedesco (cap. 4), alla politica di integrazione europea (cap. 5), alla relazione triangolare Germania-Austria-Italia nel contesto dell’irredentismo tirolese (cap. 6). Tale scelta è corroborata da un’ampia documentazione inedita per lo più proveniente dall’Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari esteri, che rappresenta anche il punto di forza di questo libro. Non mancano d’altra parte le chiavi di lettura necessarie per innervare una ricostruzione che altrimenti potrebbe risultare arida. Particolarmente riuscito, in alcune parti, risulta il tentativo dell’a. di discutere l’evoluzione contrastata dei rapporti tra Italia e Germania sullo sfondo dei cambiamenti del quadro geopolitico, ma anche ponendola in relazione con le dinamiche della politica interna dei due paesi. Al riguardo, il diverso percorso tracciato dai due sistemi politici a partire dal 1953 – con il consolidamento politico-elettorale del cancelliere Adenauer e della Cdu/Csu, da un lato, e la sconfitta del centrismo degasperiano, dall’altro – viene opportunamente indicato come uno dei fattori intervenienti nelle divergenze italo-tedesche che emersero tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60. L’a. mostra, inoltre, come le tendenze distensive manifestate da alcuni autorevoli esponenti della classe politica italiana a ridosso della formazione dei primi governi di centro-sinistra non trovarono perfetta corrispondenza nelle linee di politica estera sviluppate dalla Farnesina; d’altro canto, la focalizzazione sulla prospettiva italiana consente all’a. di ripercorrere solo in superficie le dinamiche che segnarono la fine dell’era Adenauer. Niglia si misura infine con alcuni nodi storiografici controversi, come ad esempio il significato storico della presunta svolta fanfaniana in politica estera, anche se non sempre è agevole il tentativo di sostituire i vecchi paradigmi interpretativi con dei nuovi. In conclusione, il libro testimonia il potenziale valore euristico, a tutt’oggi purtroppo largamente inespresso, delle carte che sono gelosamente custodite presso l’Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari esteri.

Gabriele D’Ottavio