Cerca

Felipe Fernández-Armesto – Esploratori. Dai popoli cacciatori alla civiltà globale – 2008

Felipe Fernández-Armesto
Milano, Bruno Mondadori, X-468 pp., euro 32,00 (ed. or. Oxford 2006)

Anno di pubblicazione: 2008

«La vicenda umana ha due grandi storie da raccontare. La prima è molto lunga e narra di come le civiltà umane si siano allontanate: come si sono separate e poi diversificate nell’ignoranza o nel disprezzo reciproco. La seconda è l’argomento principale di questo libro ed è una storia relativamente breve e recente, che racconta di come i diversi gruppi umani siano entrati di nuovo in contatto, abbiano mescolato le loro culture e le loro esistenze, e abbiano ricominciato ad assomigliarsi». Fernández-Armesto dà inizio così al libro. La sua avventura negli incontri umani, nelle ambizioni, nelle illusioni, nella superbia e nell’audacia che hanno spinto tanti uomini verso confini non conosciuti, spesso a costo della vita, è sicuramente un viaggio, non solo nella storia, dall’età antica alla contemporanea, ma anche nella mente umana. Due in particolare sono le riflessioni che colpiscono e che rendono questo libro originale. La prima serve a costruire una visione d’insieme, sia temporale che geografica. La seconda è più teorica e rivitalizza un concetto tanto usurato come quello di «globalizzazione». La visione d’insieme inizia con le esplorazioni e le migrazioni dell’homo sapiens dal Medio Oriente, e termina con le esplorazioni spaziali del XX secolo e con una corrosiva citazione dei Monty Python. Questa visione d’insieme a livello storico, ma soprattutto a livello geografico, permette di ridimensionare gran parte del primato illusoriamente eurocentrico, non solo delle esplorazioni e dei contatti con altri mondi lontani, ma anche delle scoperte tecnologiche che li permisero. La seconda riflessione appare come il filo conduttore di tutto il libro: l’approccio al concetto di «globalizzazione» che ribalta le comuni credenze e i superficiali orientamenti che quotidianamente vengono fatti passare su tale concetto. L’a., attraverso un’elegante e curiosa esposizione dei fatti storici, sembra esprimere una posizione molto vicina a quella dell’antropologia sistemica di Jonathan Friedman. Secondo questo approccio «il globale non è una novità, come non lo è la globalizzazione. Il globale è antico almeno quanto le civiltà commerciali e, in termini strutturali, è abbastanza evidente che sia antico quanto l’organizzazione sociale dell’umanità» (Friedman, La quotidianità del sistema globale, Milano, 2005, p. 15). La globalizzazione non è dunque un’«invenzione» della seconda metà del XX secolo, non è un concetto nuovo del tutto lontano dalle epoche di Marco Polo e Cristoforo Colombo ma un processo di avvicinamento e anche di allontanamento che l’uomo ha iniziato a compiere ben 100.000 anni fa, e che oggi mette in atto con strumenti e tecnologie più avanzate. Destabilizzando il mito della globalizzazione, Fernández- Armesto riesce a ridimensionare e a relativizzare, non attraverso le teorie ma con il racconto degli incontri umani nel suo complesso, l’idea romantica ma purtroppo ancora ben radicata in varie discipline, dell’isolamento e delle culture chiuse e fornire una lettura originale della prospettiva storica della contemporaneità.

Sofia Venturoli