Cerca

Ferdinando Cordova – Il fascismo nel Mezzogiorno: le Calabrie – 2003

Ferdinando Cordova
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 440, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2003

La bibliografia sul fascismo continua ad offrire larga messe di contributi, anche se occorre sottolineare come si sia ancora lontani da un effetto di saturazione, specialmente per quanto riguarda il fascismo nel Mezzogiorno: a riguardo, sia gli studi d’assieme, sia quelli dedicati a particolari aree o a specifiche tematiche e protagonisti, non sembrano aver esaurito la necessità di approfondimento. Tale esigenza è più sentita per le regioni meridionali dove la dialettica nazionale/locale, centro/periferia consente in generale (e in maniera specifica per il fenomeno fascista) di circoscrivere e definire un regime di tipo nuovo attraverso cui il paese è stato traghettato verso la modernità sotto specie di regime reazionario con aspirazioni totalitarie. A tale riguardo l’analisi che parta dalla periferia consente di individuare meglio i caratteri connotativi del regime fascista declinandone umori, pratiche politiche e istituzionali, concreti modi di agire in rapporto coi ceti dirigenti locali prefascisti che si ?nazionalizzano? all’interno della nuova compagine politico-istituzionale.
Deriva da qui il positivo giudizio sul volume preso in considerazione nel quale l’autore ripropone studi compiuti in epoche diverse. Gli interventi di aggiornamento (sia bibliografici che interpretativi) tengono conto ? sebbene solo parzialmente ? di importanti ricerche apparse negli ultimi anni. Interessante risulta essere l’ampia rivisitazione di documenti e fonti, cosicché il risultato finale non consiste in una semplice sommatoria di scritti, ma propone un’opera sostanzialmente diversa e di sicura utilità; come pure utile risulta l’appendice documentaria che occupa quasi la metà del volume, anche se alcuni documenti pubblicati sono in parte conosciuti e già utilizzati in diversi studi che hanno preso in esame il fascismo meridionale.
Tra i limiti del volume vi è quello che riguarda la periodizzazione che si limita in buona sostanza agli anni compresi tra la fine della guerra e la marcia su Roma; il capitolo quarto che si occupa de Il fascismo negli anni Trenta e la ?Grande Reggio? è nei fatti una sorta di salto logico e cronologico rispetto ai saggi che precedono. Proprio nell’ottica della rivisitazione storiografica ? una volta accertata e accettata la sostanziale pochezza del primo fascismo calabrese ? sarebbe stato necessario un inquadramento di più lungo periodo e un approccio in grado di cogliere le modalità, le tecniche e i passaggi attraverso cui la classe dirigente prefascista della regione si disloca all’interno delle nuove coordinate politiche e istituzionali del nascente regime: le elezioni del 1924 e i percorsi della politica; la riforma legislativa che rivoluziona gli enti locali con la istituzione dei podestà nei Comuni e i circuiti del potere nelle amministrazioni locali; l’applicazione della riforma podestarile e i suoi esiti tra la fine degli anni ’20 e gli anni ’30, avrebbero rappresentato infatti altrettanti tornanti e chiavi di ricerca che avrebbero consentito, per una definizione meno approssimativa del fenomeno fascista, di individuare i modi attraverso cui si concretizza e consolida una leadership locale in termini di continuità di ceto, cultura politica e pratica amministrativa.

Luigi Ponziani