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Fiamma Lussana, Giacomo Marramao (a cura di) – L’Italia repubblicana nella crisi degli anni Settanta. Culture, nuovi soggetti, identità – 2003

Fiamma Lussana, Giacomo Marramao (a cura di)
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 602, euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2003

L’opera costituisce il secondo volume (di quattro complessivi) degli atti dei tre convegni sulla storia italiana negli anni Settanta organizzati tra il novembre e il dicembre 2001 da un Comitato nazionale costituito ad hoc e finanziato dal Ministero dei Beni Culturali. Come è evidente, la tematica affrontata in questo specifico tomo risulta di particolare rilievo, per i mutamenti decisivi nel campo della cultura e degli orientamenti collettivi verificatisi in quel decennio. A cominciare dalla ?grande trasformazione? che interessò allora la famiglia italiana e venne sancita in modo inequivocabile da eventi spartiacque come il referendum sul divorzio e la riforma del diritto di famiglia. Una tale trasformazione, come osserva nel suo contributo Cecilia Dau Novelli, segnò allo stesso tempo la crisi ma anche la rinascita del tradizionale modello familiare. In effetti, contraddittorietà e ambivalenza sembrano caratterizzare molte delle trasformazioni negli orientamenti collettivi avvenute in quegli anni. Fu allora ad esempio, come mette bene in luce Paolo Pombeni, che si affermò pienamente a livello europeo quel processo di democratizzazione del benessere iniziato nel dopoguerra, che implicava tra l’altro un ampliamento nei consumi particolarmente rilevante nel caso dell’Italia. Eppure furono anche quelli gli anni in cui, come conseguenza della crisi petrolifera del 1973 e delle misure di ?austerità?, si poté pensare di essere agli inizi di un brusco arresto dello sviluppo economico dell’Occidente e di fronte a una permanente inversione di tendenza nei consumi individuali.
Un’analoga contraddittorietà contraddistinse gli orientamenti dei movimenti giovanili del decennio, dei quali si occupano nel volume Maria Luisa Boccia e Alberto De Bernardi. I giovani infatti furono protagonisti della crisi dei tradizionali rapporti di autorità e della crescente secolarizzazione che investì comportamenti e mentalità. Ma è anche vero che nel post-Sessantotto italiano gli elementi di modernizzazione si intrecciarono con elementi di regressione culturale che non sempre la storiografia è riuscita a mettere a fuoco.
Nell’affrontare questi e altri aspetti del decennio, gli oltre venti contributi del volume si presentano assai diversi per impianto e qualità, come spesso avviene nelle opere che raccolgono atti di convegni. In questo caso, però, tale disomogeneità colpisce in modo particolare visto che ci troviamo di fronte a un’opera che è frutto dell’attività di un apposito Comitato nazionale, di quelli che di norma ? come ricorda Pietro Scoppola nella Prefazione – vengono riservati alle ?edizioni nazionali? e alle celebrazioni di centenari.

Giovanni Belardelli