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Filippo Sbrana – Portare l’Italia nel mondo. L’IMI e il credito all’esportazione 1950-1991 – 2006

Filippo Sbrana
Bologna, il Mulino, 437 pp., euro 33,00

Anno di pubblicazione: 2006

Gli istituti di credito speciale sono stati parte di un lungo e complesso ciclo di economia amministrata, iniziato intorno alla prima guerra mondiale, rafforzatosi con la grande depressione, ampliatosi con la ricostruzione e la golden age, gradualmente esauritosi dopo gli shock petroliferi e tecnologici degli anni settanta del Novecento, sino alla loro estinzione come soggetti autonomi e specifici, avviata con la legge Amato-Carli del 1993. Se ormai abbondano gli studi sul ruolo degli istituti di credito speciale negli anni ’20, per il lungo dopoguerra non era sempre agevole spiegare appieno ascesa e declino di quelle istituzioni finanziarie, ponendole in relazione con le dinamiche di crescita e inserendole in un’esplicita dimensione storica dei processi evolutivi che ne hanno modificato nel tempo assetti operativi e funzioni. Il corposo studio di Filippo Sbrana deve essere inserito in quel filone di analisi e riflessione storiografica per potere essere convenientemente apprezzato e compreso. Sostenuto dalla ricerca condotta sulle carte dell’Archivio dell’istituto, Sbrana ricostruisce un particolare settore di attività dell’Istituto Mobiliare Italiano tra il 1950 e il 1991, il credito alle esportazioni. Il credito alle esportazioni richiedeva una capacità di studio dei mercati e interlocuzione con i poteri pubblici nella fase di ripresa dei flussi commerciali verso l’estero. Di tale ripresa delle esportazioni la crescita dell’economia italiana approfittò notevolmente sino ai primi anni Sessanta, accrescendo la propria quota sul totale del commercio mondiale ben oltre quel periodo. Consapevole della rilevanza dell’azione delle autorità centrali e dei cicli legislativi, Sbrana ricostruisce l’iter delle leggi che regolavano le erogazioni di credito alle esportazioni, le modalità di applicazione della normativa nella dimensione qualitativa e quantitativa. Il volume considera la distribuzione settoriale e geografica dei crediti alle esportazioni, in un settore in cui l’IMI fu in grado di acquisire, sino ai primi anni Settanta, la quota di mercato maggiore in forza del vantaggio del first mover, non mancando di ricostruire le operazioni più importanti che permisero all’istituto di appoggiare le esportazioni e gli investimenti diretti all’estero di grandi gruppi industriali, come la Fiat, la Montecatini, la Italcementi, la Innocenti. Si seguono in tal modo le operazioni di finanziamento che permisero a quei gruppi di esportare e investire direttamente in America Latina e in Unione Sovietica, sino all’Africa (Congo e Algeria) e alla Cina. La riforma del credito all’esportazione introdotta dalla legge Ossola, che lo estendeva al resto del sistema bancario, e le crescenti incertezze determinate, dalla metà degli anni Settanta, dall’alta inflazione e dalle turbolenze valutarie posero in difficoltà l’IMI, nonostante la sostanziale tenuta dell’istituto su questo mercato sino alla metà del successivo decennio. La crisi debitoria di molti paesi emergenti negli anni Novanta, infine, rafforzò un processo di indebolimento relativo dell’IMI in questo tipo di crediti.

Giandomenico Piluso