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Francesca B. Filippi – Da Torino a Bangkok. Architetti e ingegneri nel Regno del Siam – 2008

Francesca B. Filippi
Venezia, Marsilio, 168 pp., euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2008

Gli architetti e gli ingegneri cui fa riferimento il titolo del volume sono un gruppo di tecnici provenienti dall’area piemontese-ligure che, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, lavorano a Bangkok alla realizzazione di diverse opere architettoniche per la capitale del Regno del Siam: spicca tra queste il Palazzo del Trono, progettato da Mario Tamagno e Annibale Rigotti. Il libro ricostruisce la storia di quest’emigrazione professionale, fatta di soggiorni temporanei e di strategie a lungo termine, sullo sfondo di un fitto tessuto di relazioni commerciali e scambi diplomatici.L’a. interpreta la lunga durata (oltre mezzo secolo) di una presenza italiana nei cantieri dell’architettura siamese come il risultato di diverse congiunture. Da un lato la ricerca di nuove occasioni di lavoro da parte di professionisti che, in Italia, faticano a consolidare una posizione su un mercato sempre più competitivo. Dall’altro il processo di «modernizzazione conservativa» del Siam, che sotto il regno di Rama V conosce importanti riforme amministrative e un significativo aumento degli investimenti in opere pubbliche, due processi che possono essere portati a compimento solo grazie al reclutamento di un consistente gruppo di tecnici stranieri.Il libro evidenzia il ruolo di «pionieri» svolto da un gruppo d’imprenditori edili attivi in Siam a partire dagli anni ’60 dell’800 e la successiva istituzionalizzazione di una presenza italiana dentro le burocrazie pubbliche. Emblematico in questo senso il caso di un personaggio come l’«ingegnere» (in realtà semplice capomastro) Carlo Allegri, in Siam dal 1889 per sfuggire a una condanna per bancarotta, poi impiegato presso un’impresa italiana di costruzioni, poi al servizio del dipartimento dei Lavori pubblici, di cui diviene nel 1911 direttore generale. Col passare degli anni, peraltro, l’emigrazione sembra riguardare sempre più un eterogeneo network di professionisti diplomati presso le istituzioni torinesi, in particolare l’Accademia di Belle Arti e la Scuola di applicazione.Uno dei meriti del volume consiste nel proporre un impianto interpretativo basato sul dialogo fra diverse tradizioni di ricerca: la storiografia sull’eclettismo architettonico otto-novecentesca, la storiografia sull’emigrazione italiana, gli studi post-coloniali, i dibattiti sull’orientalismo. Lo studio utilizza fonti primarie raccolte in Europa (archivi diplomatici, archivi dei professionisti coinvolti, archivi di imprese) e le integra con i risultati di studi recenti condotti su fonti thailandesi. A una prima parte di taglio generale segue un approfondimento su tre casi studio, ovvero il Palazzo del Trono, il Regio Parco Dusit, il padiglione del Siam all’Esposizione di Torino del 1911: storie che servono anche a precisare, nel vivo dei cantieri, gli apporti e le competenze dei diversi attori. Emergono con chiarezza la capacità delle culture architettoniche tardo-eclettiche di muoversi in un processo di forte internazionalizzazione dei mestieri dell’edilizia, ma anche i limiti culturali, i fraintendimenti, gli spostamenti dell’immaginario che segnano ogni passo di questo capitolo del rapporto tra Oriente e Occidente.

Filippo De Pieri