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Francesca Fauri – L’Italia e l’integrazione economica europea, 1947-2000 – 2001

Francesca Fauri
Bologna, il Mulino, pp. 302, euro 12,39

Anno di pubblicazione: 2001

Il libro è diviso in due parti. La prima costituisce un’accurata sintesi, frutto di precedenti ricerche originali dell’autrice e di un ampio uso della bibliografia internazionale, del processo di liberalizzazione dei mercati europei dopo la seconda guerra mondiale. L’analisi parte dal varo del piano Marshall per poi passare ai primi progetti elaborati in sede Oece fino all’istituzione della Comunità Economica Europea. I capitoli ripercorrono i passaggi istituzionali, le motivazioni economiche e le posizioni politiche che portarono alla ?fine dell’autarchia? in Europa. La posizione dell’Italia in tali passaggi è ben messa in luce, sebbene risaltino alcune lacune persistenti nella storiografia italiana (peraltro qui non del tutto valorizzata), dovute a note difficoltà di disponibilità documentaria, ad esempio sui negoziati più propriamente economici dei Trattati di Roma. A tali lacune archivistiche l’autrice supplisce con la padronanza di altre fonti, rendendo l’analisi completa.
La seconda parte è frutto di un’impostazione diversa dalla prima, è di stampo essenzialmente manualistico (il volume ha comunque un’evidente finalità didattica) e verte su argomenti più generali sull’integrazione, anche perché riguarda i decenni più recenti, meno esplorati sul piano storiografico, ma ancora appannaggio della letteratura economica e sociologica.
La seconda parte è largamente dedicata alla questione dell’unificazione monetaria in una prospettiva storica, della quale viene ripresa soprattutto la discussione teorica avviata negli anni sessanta sulle ?aree monetarie ottimali?.
In questa seconda parte il riferimento al ruolo italiano è soltanto episodico, data la più limitata letteratura sull’argomento. Tuttavia, una maggiore valorizzazione di alcuni momenti del rapporto tra Italia e integrazione economica europea negli ultimi decenni (un accenno, ad esempio, al dibattito sull’adesione dell’Italia al Sistema Monetario Europeo) avrebbe potuto compensare lo squilibrio storiografico esistente tra i temi trattati nella prima parte e quelli trattati nella seconda. L’ultimo capitolo costituisce una rapida rassegna dei problemi salienti della storia economica comunitaria (la politica agricola comune, il problema dell’allargamento, la politica regionale) in prospettiva storica.

Barbara Curli