Cerca

Francesco Novara, Renato Rozzi, Roberta Garruccio (a cura di) – Uomini e lavoro alla Olivetti – 2005

Francesco Novara, Renato Rozzi, Roberta Garruccio (a cura di)
Milano, Bruno Mondadori, pp. 640, euro 32,00

Anno di pubblicazione: 2005

Venticinque interviste strutturate ad altrettanti dirigenti (donne, una sola) attivi nella società Olivetti tra la scomparsa di Adriano Olivetti (1960) e la scomparsa della società stessa (2003). Nella prefazione Roberta Garruccio spiega i criteri di metodo relativi alle caratteristiche e difficoltà del reperimento e archiviazione delle fonti orali. In questo caso, qualcosa come una ?comunità di sentimenti?, una ?etnografia più che una storia d’impresa?. Il caso dell’Olivetti è infatti unico: nessuna impresa o istituzione comparabile ha generato e sta continuando a suscitare una così vasta messe di memorie e testimonianze. Le interviste riguardano i settori delle Relazioni aziendali, delle Relazioni sindacali, della Produzione, della Ricerca e Sviluppo, dei Servizi commerciali, dell’Alta Direzione (Ottorino Beltrami), dei Servizi culturali e sociali (ma non mancano i ?salti? di appartenenza, così chi voglia sapere della Comunicazione e Pubblicità deve leggere Giovanni Maggio nel capitolo Servizi commerciali). Molto opportunamente Francesco Novara e Renato Rozzi, già psicologi di fabbrica alla Olivetti, tracciano una Guida ai temi e agli argomenti del volume (chiusa al termine da un’ampia cronologia suddivisa tra dati dell’impresa, dei prodotti e del mercato, e richiamo delle iniziative sociali e culturali).
Novara e Rozzi rintracciano le origini dell’unicità del caso Olivetti nella singolare personalità di Adriano, la sua cultura e l’amore per un modello umanistico di sviluppo del lavoro in fabbrica. L’articolazione nelle funzioni di ricerca progettuale, di produzione, di commercializzazione e di comunicazione pubblicitaria precedono le evoluzioni dei mercati. Il design e l’architettura delle fabbriche marcano di sé interi capitoli della modernità novecentesca. Uno spirito di responsabilità etica presiede le scelte difficili. La discontinuità e l’inversione di rotta sono introdotte nella Olivetti dall’ingresso nel 1978 della nuova proprietà nella persona di Carlo De Benedetti. Inizia allora un ventennio fatto per metà di ricapitalizzazione e apparenti trionfi, per l’altra metà di smarrimento e rovesciamento dei fini e dei metodi che avevano dato alla società quel timbro che è destinato a restare nella storia delle maggiori imprese italiane e internazionali. Nella svolta tra la fine degli anni Ottanta e i Novanta sopravviene la crisi. L’?olivetticidio? è compiuto con l’uscita di Carlo De Benedetti nel 1996, il subentro e poi l’abbandono di Roberto Colaninno ed Emilio Gnutti, la scalata da parte di Telecom, la cancellazione dello storico nome dal listino della Borsa (12 marzo 2003). I dati storici e le testimonianze al riguardo sono inequivocabili. Giulio Sapelli si interroga nella postfazione sulle ragioni del fascino profondo della vicenda umana e professionale di Adriano Olivetti e ne cerca la chiave in una biografia capace di generare mitografia e memoria sociale insieme, come è appunto mostrato dalle ?storie di vite di uomini non illustri? raccolte in questo volume.

Emilio Renzi