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Francesco Piva – ?La Gioventù Cattolica in cammino…?. Memoria e storia del gruppo dirigente (1946-1954) – 2003

Francesco Piva
Milano, Franco Angeli, pp. 479, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2003

La genesi del volume ? evocata anche nel sottotitolo ? ne spiega non solo la strutturazione ma anche il taglio. Il saggio è nato ?per desiderio di alcuni protagonisti? (p. 7) delle vicende narrate, che affiancarono prima C. Carretto e poi M. Rossi alla presidenza della Gioventù Cattolica nel secondo dopoguerra. Una trentina di essi si sono dati appuntamento per una ?rimpatriata’ per tentare di capire, con l’aiuto di uno studioso, gli eventi che portarono in sequenza alle clamorose dimissioni dei successori di Gedda ai vertici della GIAC. Piva ha poi organizzato in forma sistematica i racconti degli intervenuti, offrendo un primo canovaccio interpretativo dei processi storici che interessarono questo gruppo dirigente, al cui interno spiccavano tra gli altri ? almeno per la notorietà acquisita in seguito ? Dorigo, Eco, Milano, Pasqualino. I partecipanti hanno poi rilanciato il ?gioco? innescato, sollecitando l’autore a dare al materiale la corposità di un saggio scientifico, che, avvalendosi di documentazione archivistica inedita e della pubblicistica coeva, è sfociato nel volume. Il peculiare percorso di costruzione della ricerca è restituito nella sovrapposizione feconda tra la ?viva voce? dei testimoni e il contesto storico che fece da sfondo alla traiettoria discendente del pontificato di Pio XII e alle tensioni politiche e sociali prodotte dalla ?guerra civile fredda?.
L’affresco tratteggiato si muove su diversi piani d’analisi, individuando più sofisticate chiavi di lettura rispetto alla letteratura ereditata, che, dopo aver superato una visione del Cattolicesimo organizzato in precedenza appiattita su un contenitore monolitico, non era tuttavia riuscita ad affondare con sufficiente continuità l’indagine sullo spessore religioso e spirituale dell’associazione. Di qui la necessità di ridefinire i caratteri costitutivi della GIAC uscita dalla guerra, che fu pienamente mobilitata nella lotta contro il comunismo, fu fortemente impregnata dell’intransigentismo collegato alle tensioni apocalittiche del progetto di papa Pacelli, educò insistentemente ad una militanza imbevuta di attivismo volontaristico, senza peraltro allontanarsi dai cespiti più genuini di una proposta volta a formare ad una ?fede intesa come ?esperienza’ e non come ?pratica’, come ?ricerca’ e non come ?dottrina’? (p. 127). Questa centratura accomunò ? e questa è una delle risultanze vigorosamente sottolineate ? la ricerca intellettuale delle presidenze Carretto e Rossi, che favorirono la maturazione di orientamenti teologici e culturali più ricchi del retroterra a cui attingeva il mondo cattolico. Ne sono un esempio gli stimoli offerti per una più sfaccettata mediazione tra spiritualità laicale e morale sessuale, le aperture alle problematiche sociali emergenti con l’industrializzazione e gli sforzi per superare un approccio dualistico del rapporto Chiesa-mondo. La rottura con Gedda nella duplice crisi che investì i vertici della GIAC si consumò ? al di là delle accelerazioni impresse dai dissensi sull’?operazione Sturzo? o sugli ideali di ?conquista’ tendenti a soffocare l’autonomia del laicato ? su questo ventaglio ampio di istanze.

Paolo Trionfini