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Franco Briatico – Ascesa e declino del capitale pubblico in Italia. Vicende e protagonisti – 2004

Franco Briatico
Bologna, il Mulino, pp. 626, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2004

Franco Briatico, intellettuale-manager di formazione cattolica, è stato per trent’anni molto vicino al cuore del potere ENI: consigliere di Mattei per i problemi sociali, assistente di Cefis, direttore delle relazioni esterne del gruppo energetico pubblico. Il torrenziale racconto di questa esperienza ci introduce nel vivo delle dinamiche del potere economico e politico della recente storia italiana.
In estrema sintesi Briatico sembra dividere la vicenda dell’impresa pubblica italiana del secondo dopoguerra in due fasi, una di ascesa ed una di progressiva degenerazione. Nel caso specifico dell’ENI, la svolta si situa nei travagliati anni finali della presidenza Cefis, segnata dalle tragiche vicende del massacro dei tecnici della SNAM a Kwale, dalle conferenze OPEC di Caracas e di Teheran, dall’irruzione sul mercato della chimica di un nuovo, poco raccomandabile ? ma ben protetto ? raider, Nino Rovelli. In quegli anni si consumava del resto la metamorfosi della holding da gruppo diversificato, ma integrato, in ?conglomerato disarticolato? (p. 225): il bilancio consolidato del 1971 presentava i conti di 173 società diverse, di cui solo 109 impegnate nel core business. Era il frutto delle crescenti pressioni politiche, cui Cefis non poteva (o non voleva) più opporsi, e della conseguente ?pletorica lottizzazione?, avente nel Ministero delle PP.SS., sotto la guida di Piccoli, la sua centrale di potere. Si apriva così un ventennio drammatico, nel quale l’ente, ormai ?ereditato? dal PSI (p. 372), finì col trovarsi al centro di tutti i più gravi scandali del paese (Italcasse, Petromin, Banco Ambrosiano, Enimont): il ricco cash-flow e le ampie disponibilità estero su estero fecero della holding fertile terreno di oscure trame finanziarie, simbolicamente e tragicamente concluse dal suicidio di Cagliari.
Il volume è di ostica lettura, sia per lo stile, così involuto da risultare talvolta quasi incomprensibile, sia per la logica dell’esposizione, che raramente riesce a fondere in un discorso organico i diversi piani del racconto: la storia dell’impresa, la politica economica, il confronto fra i partiti, la lotta per il potere fra lobbies economiche e politiche. Inoltre il volume non trae certo giovamento dalla scelta dell’autore di dare libero sfogo alla propria memoria, mal supportata dall’inconsistente apparato di note: così, si affastellano sulla scena centinaia di personaggi ? uomini di governo e sottogoverno, banchieri, imprenditori, portaborse, corrotti e corruttori ? che entrano ed escono dal racconto e dei quali sovente si perdono le tracce. Nonostante la sua natura di patchwork non compiutamente risolto, il volume è così ricco di spunti e di informazioni da costituire, comunque, un importante contributo per chi sia interessato alla storia del settore pubblico e delle partecipazioni statali del paese.

Pierangelo Toninelli