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Franco Foresta Martin, Geppi Calcara – Per una storia della geofisica italiana. La nascita dell’Istituto nazionale di geofisica (1936) e la figura di Antonino Lo Surdo – 2010

Franco Foresta Martin, Geppi Calcara
Milano, Springer, 278 pp., Euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2010

Per un’opera dichiaratamente divulgativa, il libro offre moltissime informazioni interessanti e originali grazie a un ampio lavoro di scavo archivistico, che riguarda soprattutto le carte dell’Istituto nazionale di geofisica e quelle del Cnr presso l’Acs, ma che coinvolge anche altri fondi archivistici come lo stato matricolare del Ministero della Pubblica Istruzione, quello dell’Accademia dei Lincei e quelli personali di fisici illustri presso l’Università di Roma «La Sapienza». Tale considerevole ricerca, che penso debba molto all’attività professionale di Geppi Calcara, che ha curato il riordino dell’archivio dell’Istituto nazionale di geofisica, è corredata da rimandi in nota puntuali e precisi, oltre che da una grande quantità di belle immagini. Dunque, pur rimanendo un’opera rivolta ai non specialisti (la figura di Lo Surdo appare dopo circa 50 pagine di cenni di storia delle scienze della terra, e della sismologia in particolare, fra ‘800 e ‘900), si tratta di un libro sicuramente interessante anche per gli studiosi, specialmente laddove mostra la competitività della ricerca scientifica italiana, molto ben scritto e di piacevolissima lettura.La tesi degli aa. si muove su un doppio binario: da un lato rivalutare attraverso i documenti la figura scientifica e umana di Lo Surdo, di contro all’immagine negativa consegnataci dalla cerchia di Fermi, in particolare da Emilio Segré; dall’altro lato, ribaltare in positivo il giudizio espresso da Roberto Maiocchi a proposito dell’attività dell’Ing durante gli anni della direzione di Lo Surdo. Infatti, le pagine del libro ci dipingono in modo convincente uno scienziato poliedrico dai molteplici interessi e un abile sperimentatore. Come direttore dell’Ing, Lo Surdo appresta laboratori e strumentazioni avanzate e, soprattutto, opera come instancabile promotore della ricerca valorizzando scienziati di grande levatura come Pietro Caloi e Ivo Ranzi, oltre a offrire ad Amaldi e Gilberto Bernardini le condizioni per porre le basi della moderna ricerca sulla fisica delle particelle in Italia attraverso lo studio dei raggi cosmici. La catalogazione delle pubblicazioni di quegli anni corrobora il giudizio di un Ing che in poco tempo e a fronte di eccezionali difficoltà valorizza il meglio della geofisica italiana e riesce a essere competitivo con la ricerca internazionale dell’epoca.Meno appassionanti, a mio giudizio, le parti relative ai rapporti fra Lo Surdo e il potere, dove la documentazione disponibile non permette agli aa. di andare oltre una pur significativa ricostruzione evenemenziale, più completa nella parte relativa all’epurazione rispetto alle ragioni per cui nel 1936 venne scelto il progetto di Lo Surdo per il costituendo Ing. Dunque, se nello specifico possono solo avanzare ipotesi interpretative, i fatti che ricostruiscono rientrano in un quadro generale già noto alla storiografia, segnato dalla mobilitazione degli scienziati durante la Grande guerra, dalla promozione fascista delle scienze applicate e poi da un’epurazione balbettante, anche nel mondo accademico.

Mauro Elli