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Fulvio Conti – I volontari del soccorso. Un secolo di storia dell’Associazione nazionale pubbliche assistenze – 2004

Fulvio Conti
Venezia, Marsilio, pp. 207, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2004

 
Si inserisce nel filone degli studi sulla storia dell’associazionismo e ripercorre le vicende delle società locali di pubblica assistenza, diversamente denominate e composte, ma in realtà collegate e rese omogenee da un’identità di obiettivi e di motivi generanti. Alla realizzazione dell’Unità d’Italia si accompagnò la fioritura delle varie Croci bianche, società di pubblica assistenza, società di soccorso, operanti a livello comunale e provinciale, diffuse capillarmente nel Centro-Nord e soltanto sporadicamente nel Sud. Le associazioni si attivavano in caso di eventi calamitosi e svolgevano ?una quotidiana opera di assistenza agli ammalati, ai poveri e ai bisognosi, garantendo loro il trasporto gratuito agli ospedali, la somministrazione di medicinali [?], interventi di pronto soccorso? (p. 8). Tale vocazione le accomunava alla Croce Rossa nazionale, a controllo governativo, e alle associazioni cattoliche. Le società di pubblica assistenza intesero così rappresentare il ?contraltare laico? a soggetti confessionali già esistenti, e furono ispirate e dirette, nella loro maggioranza, da personalità della massoneria, preoccupate di non lasciare ai cattolici il quasi monopolio delle opere di carità.
Conti, autore di importanti studi sulla storia della massoneria e dell’associazionismo, ha concepito il volume secondo una scansione temporale: dal primo congresso di Spoleto del 1904 ? che vide la costituzione ufficiale della Federazione nazionale delle pubbliche assistenze ? al terremoto di Messina-Reggio del 1908, alla Grande Guerra, all’epoca fascista, alla ricostruzione, alla legge di riforma ospedaliera del 1968, fino all’inserimento nel nuovo sistema sanitario nazionale e a quel 1987 che segnò la trasformazione della Federazione nell’attuale Associazione nazionale pubbliche assistenze (ANPAS).
Lo sviluppo di queste realtà non è avvenuto senza cesure e difficoltà. Se inizialmente si narra una storia segnata dall’incapacità delle istituzioni di dare ascolto e valore al volontariato, il momento di maggiore difficoltà si ebbe durante il fascismo, quando le società di assistenza furono sciolte d’autorità e i loro beni incamerati dal regime e ridistribuiti a vantaggio quasi esclusivo della Croce Rossa. I primi anni del secondo dopoguerra sarebbero stati segnati proprio dal contenzioso con la Croce Rossa, per la riappropriazione dei beni e delle funzioni sottratti. Solo con gli anni Sessanta, tuttavia, e grazie ai governi di centrosinistra, il volontariato sanitario e assistenziale avrebbe ricevuto importanti riconoscimenti e si sarebbe rifondato, ponendo le basi per il ricollocamento nel mondo del non-profit nel quadro delle nuove politiche assistenziali domiciliari.
Il volume, corredato da fotografie, si basa soprattutto sulle fonti delle stesse associazioni: gli atti dei convegni, gli statuti, i resoconti delle riunioni. Un ruolo importante ha poi avuto l’analisi della pubblicistica prodotta dalle stesse società. Una documentazione che attendeva di essere riconsiderata e riletta, per disegnare una prima immagine d’insieme di un fenomeno associativo caro a molte migliaia di italiani.

Stefano Picciaredda