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Gabriella Fanello Marcucci – Sorvegliato speciale. Sturzo a Londra nel mirino dell’OVRA – 2006

Gabriella Fanello Marcucci
Soveria Mannelli, Rubbettino, 308 pp., euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2006

Don Sturzo lasciò l’Italia nell’ottobre del 1924 in seguito a «ordini superiori», gli stessi che poco prima gli avevano imposto di abbandonare la direzione del PPI. Lo studio di Gabriella Fanello Marcucci si apre suscitando un interrogativo: il titolo lascia intendere che gli anni dell’esilio siano riesaminati alla luce della vasta e inedita documentazione raccolta dall’OVRA. Ma non è così. L’autrice sembra considerare la Questura di Roma, la Divisione Polizia politica e la stessa OVRA come affilati strumenti repressivi nelle mani di Mussolini già nel 1923, quando alcune note informative, ella scrive, «raggiungono la Polizia politica». Ma l’organismo investigativo denominato Polizia politica, braccio armato del regime, nacque più tardi; fino al 1927, ai vertici degli apparati investigativi dello Stato erano ancora molti funzionari di estrazione liberale, tra i quali quel questore Bertini incaricato di proteggere Sturzo nei suoi spostamenti in Italia. Non si tratta di un dettaglio di poco conto, considerando che, anche a causa dell’orientamento dei vertici della Pubblica sicurezza, Mussolini si risolse a dare vita a una (autonoma) Divisione Polizia politica. Il titolo del libro lascia anche intendere che Sturzo a Londra fu sottoposto all’occhiuto controllo dell’OVRA. Ma l’OVRA non predispose alcuna rete di informatori nel Regno Unito. Solo la Polizia politica agì, con discrezione e cautele, inviando isolati «fiduciari» per brevi missioni. Sorprende che anche su questi informatori il volume non fornisca notizie per valutarne le capacità investigative, l’orientamento, l’attendibilità. Eppure gli studi condotti già da Mauro Canali, Mimmo Franzinelli e Romano Canosa, non citati nel libro, avrebbero permesso all’autrice di spiegare, per esempio, che Montuschi (Alfredo, identificato però nel libro solo come «un banchiere ») era in realtà un ex dirigente del PPI passato al fascismo. Nessuna notizia appare anche delle informative inoltrate a Roma a partire dal 1928 da Leonardo Conchin, anch’egli ex dirigente del PPI reclutato dalla Polizia politica (non dall’OVRA). E nessuna notizia infine è fornita su un altro abile informatore, Johan Glass, penetrato nel gruppo di amici più vicini a Sturzo. In realtà Fanello Marcucci ha consultato solo un fascicolo della Polizia politica e le carte del Casellario politico centrale intestate a Sturzo; ha quindi condotto la sua ricerca su una vasta e interessante documentazione che tuttavia non riguarda l’OVRA ma, quasi esclusivamente, la biografia intellettuale di Sturzo, i suoi scritti, il suo pensiero, le sue intense e lunghe corrispondenze. Proprio all’evoluzione del pensiero di Sturzo sul Vaticano e l’Italia negli anni Trenta, i rapporti con De Gasperi, Donati e Ferrari, la lucida analisi del fascismo (e dell’antifascismo), infine le ragioni personali e politiche della partenza per gli Stati Uniti nel 1940, sono dedicate le pagine migliori del libro. Esse intrecciano l’attento studio dei carteggi a un giudizio solido e documentato, già offerto in altre opere della studiosa, sulla figura del fondatore del Partito popolare, anticipando anche, con accortezza, le ragioni del suo difficile reinserimento nella vita politica italiana nel dopoguerra.

Dario Biocca