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Gabriella Gribaudi (a cura di) – Le guerre del Novecento – 2007

Gabriella Gribaudi (a cura di)
Napoli-Roma, l’ancora del mediterraneo, 307 pp., Euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume raccoglie le relazioni, ampiamente rielaborate, presentate in occasione del colloquio internazionale «La guerra e il Novecento» all’Università di Napoli nel 2004. Questa genesi del volume spiega la sua estensione tematica, geografica e cronologica che spazia dalle guerre postnapoleoniche alle «nuove guerre» postcoloniali. I quindici saggi, preceduti da un’Introduzione della curatrice che spiega le linee guida del volume e dei saggi, sono suddivisi su quattro sezioni. Per la maggior parte dei saggi è stato mantenuto il carattere originario di interventi finalizzati ad una discussione, arricchiti poi di note e riferimenti bibliografici. Ciascun contributo è a sé stante e meriterebbe una recensione a parte, purtroppo impossibile in questa sede. Sono due gli assi portanti del volume: da un lato le premesse, le anticipazioni, gli effetti e le conseguenze della guerra più ingombrante del ‘900 europeo, cioè della seconda guerra mondiale, in particolare per quanto riguarda la sorte toccata ai civili inermi, cioè donne e bambini, paradossalmente meno tutelati dalle leggi internazionali; dall’altro lato le politiche disastrose sulle identità «storiche» applicate sia nel Medioriente (la politica della terra di Israele, R. Cohen) che dopo la fine dell’URSS nelle Repubbliche asiatiche multietniche (una lotta per l’identità senza guerra, M. Buttino). I conflitti postcoloniali nell’Africa subsahariana (M.C. Ercolessi) ruotano attorno alla definizione della cittadinanza, con i relativi meccanismi di inclusione/esclusione, che producono una lotta violenta per la distribuzione delle risorse economiche.L’800 cambia la percezione della guerra da avventura romantica a scienza positivista (G.L. Balestra), ma rimane una distinzione essenziale tra guerra europea e guerra coloniale, con tentativi di codificazione giuridica solo per la prima: il nemico non europeo della guerra coloniale degli europei rimane privo di diritti, con conseguenze fino ad oggi (N. Labanca). I conflitti a partire del 1914 creano «nuove vittime», i civili. Sono le donne esposte ora ad una mobilitazione politica e morale sempre più totale, soprattutto nei territori invasi e occupati che diventano campi di sperimentazione per la futura guerra totale nella seconda guerra mondiale (A. Becker), nella quale diventano poi vittime di stupri e della punizione maschile postbellica (F. Virgili). La forza del volume consiste anche nel proporre delle riflessioni su alcune categorie interpretative di fondo delle guerre novecentesche, sulla natura della violenza bellica, sulla violenza della guerra aerea (O. Wieviorka, D. Voldman, G. Gribaudi), con un’attenzione particolare al suo lessico giustificatorio e mistificatorio; sulle contraddizioni del diritto internazionale in materia di rappresaglia (P. Pezzino); sulla tipologia della violenza fascista-repubblicana aumentata persino rispetto alle origini violente del fascismo (D. Gagliani). Utile anche il concetto euristico di «società estremamente violente» (C. Gerlach) e il paragone implicito tra sogno imperiale fascista (D. Rodogno) e le eterogenee politiche di occupazione nazista (G. Corni).

Lutz Klinkhammer